Sono previste, in oltre 40 città, manifestazioni e cortei. Alcune organizzazioni chiedono le dimissioni del Ministro dell’Istruzione Bianchi e del Ministro dell’Interno Lamorgese. Intanto lunedì prossimo gli studenti e le studentesse saranno in audizione in Commissione Cultura alla Camera. Gli studenti chiedono attenzione e dialogo.
Al centro della protesta ci sono soprattutto l’alternanza scuola-lavoro e, più genericamente, tutte le situazioni in cui gli studenti iniziano a lavorare come parte del loro progetto formativo. Tensioni a Torino dove sono rimasti feriti almeno 4 agenti durante gli sconti con i manifestanti che hanno tentato di irrompere in Confindustria.
Simon Vial, responsabile scuola del Fronte della Gioventù Comunista, ha dichiarato: “Non si può morire di scuola-lavoro. Diciamo no a una scuola che insegna ai giovani che è normale lavorare gratis, senza diritti e sicurezza. Così non si combatte la disoccupazione, si formano nuovi schiavi”.
Il Viminale a fronte dei cortei di oggi alza la guardia e in una circolare del Ministero dell’Interno, firmata dal capo di gabinetto Bruno Frattasi e inviata ai prefetti si legge che: “È necessario intensificare i servizi di prevenzione a carattere generale e di controllo dei territorio, allo scopo di garantire il regolare svolgimento delle manifestazioni”.
Il Ministero dell’Interno, già nel mirino dei movimenti studenteschi per le cariche messe in atto dalle forze dell’ordine nelle manifestazioni a fine gennaio, invita così ad attivare “ogni possibile canale di preventivo dialogo con i promotori o gli organizzatori delle manifestazioni studentesche indette dal Fronte della Gioventù Comunista, valutando anche l’opportunità di un coinvolgimento dei dirigenti scolastici”.
L’invito del Viminale è: “L’attività di interlocuzione, che potrà essere proficuamente svolta dai questori nei confronti dei promotori o degli organizzatori delle manifestazioni studentesche potrà costituire un efficace strumento per scongiurare possibili strumentalizzazioni delle istanze studentesche e per isolare le frange più radicalizzate della protesta”.
Dal Fronte della Gioventù Comunista sostengono: “In tutta Italia, le questure stanno cercando di ostacolare dei normalissimi preavvisi di manifestazione con pretesti arbitrari. La messa in discussione della nostra legittimità con la narrazione degli ‘infiltrati’ è un attacco politico che respingiamo al mittente. Il Fgc ha raccolto 120.000 voti nelle elezioni studentesche, eleggendo 12 presidenti delle Consulte provinciali studentesche negli ultimi due anni, tra cui spiccano gli attuali Presidenti delle consulte di Torino e Milano. I nostri militanti vanno a scuola come tutti e raccolgono il consenso dei loro compagni”.