Sgominato traffico di rifiuti edili in Lombardi. 5 arresti

Nella mattinata di oggi i Carabinieri Forestali di Milano e Lodi hanno eseguito cinque misure cautelari personali. In particolare si è trattato di tre arresti domiciliari, un obbligo di dimora e uno di firma. Inoltre, un sequestro di beni per 16 milioni di euro. In totale, le persone indagate sono 26. A carico di tre persone, tutti cittadini italiani residenti a Milano e in provincia di Monza-Brianza, sono stati contestati i reati più gravi: associazione a delinquere finalizzata all’attività organizzata per traffico illecito di rifiuti e inquinamento ambientale.

Interrati oltre 800mila metri cubi di rifiuti terrosi

L’azione investigativa ha consentito di individuare una cava di estrazione di sabbia sita a Nerviano, Milano. Il sito era già stato sottoposta a sequestro preventivo nel novembre del 2021. La cava veniva utilizzata per smaltire illecitamente ingenti quantitativi di rifiuti terrosi e da demolizione edilizia e residui da combustione di guaine operata all’interno del sito.

I rifiuti, da quanto appurato in corso di indagine, venivano intombati e riutilizzati illecitamente nel sito. Le risultanze di indagine hanno consentito di tracciare oltre 800mila metri cubi di rifiuti terrosi e da demolizione smaltiti illecitamente all’interno della cava.

I rifiuti erano provenienti da diversi cantieri, non solo dell’area milanese, ma anche da altre regioni. È stato individuato un significativo illecito smaltimento di rifiuti terrosi e da demolizione anche da cantieri autostradali di Genova Est e da opere di risistemazione effettuate all’interno di una centrale elettrica sita a Turbigo, sempre Milano.

Nell’illecito anche trattamento illegale di cavi elettrici e guaine bituminose

L’attività illecita era incentrata, non solo sulla gestione delle terre, ma anche sul trattamento illegale di cavi elettrici e guaine bituminose. Dalla combustione delle guaine si ricavavano grossi quantitativi di rame, metodo di trattamento del tutto vietato ed assai dannoso.

Le operazioni venivano svolte soprattutto in orario notturno sino alle prime luci dell’alba al fine di evitare i controlli. Il rame illecitamente ricavato veniva, poi, venduto ad una società della provincia di Bergamo, il cui titolare è stato sottoposto alla misura cautelare personale dell’obbligo di dimora. Tale attività illegale è particolarmente inquinante posto che la combustione di materiali plastici produce rilascio di sostanze, anche pericolose, in atmosfera e sul suolo. Per tali ragioni, oltre all’attività organizzata per il traffico illecito di rifiuti, è stato anche contestato l’inquinamento ambientale.

Oltre 16 milioni di euro di proventi dall’attività illecita

L’indagine ha anche permesso di quantificare i proventi dell’attività illecita: più di sedici milioni di euro. Il Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Milano ha proceduto, contestualmente all’esecuzione delle misure cautelari personali, al sequestro per equivalente delle quote delle tre società coinvolte, di beni immobili, beni mobili, conti correnti, denaro contante e valori.

 

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