Siria: 850 bambini intrappolati in carcere

Nel nord-est della Siria 850 bambini e adolescenti siriani, iracheni e alcuni occidentali, sono da quattro giorni intrappolati in un carcere assaltato dai miliziani dell’Isis.

Nella prigione da giovedì scorso ci sono scontri armati senza precedenti. Un commando di miliziani è riuscito, nella notte tra mercoledì e giovedì,  a entrare con un’autobomba nel perimetro del superaffollato centro di detenzione, dove da anni sono rinchiusi migliaia di sospetti appartenenti all’Isis.

Dal 2019 in una sezione del carcere si trovano centinaia di minori, rimasti nel limbo del carcere in attesa di essere giudicati e rimpatriati nei rispettivi Paesi, che però, secondo le organizzazioni umanitarie, fanno di tutto per non riconoscerli e accoglierli.

L’UNICEF in un comunicato lancia un appello: “Chiediamo l’immediato rilascio dei minori. Il rischio che possano essere vittima degli scontri o che possano essere reclutati con la forza aumenta col prolungarsi dei combattimenti”.

La direttrice del programma Siria per Save the Children, Sonia Khush, ha affermato che: “quello che sentiamo dalla prigione di Guweiran è profondamente angosciante. Le notizie di bambini uccisi o feriti sono tragiche e oltraggiose”.

L’Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria afferma che un braccio del carcere rimane sotto controllo dei miliziani jihadisti.

L’aviazione della Coalizione anti-Isis a guida Usa continuano a sostenere sul terreno e dall’alto l’opera delle milizie del Pkk siriano, mentre giungono notizie della resa di “decine” di jihadisti evasi da giovedì a Hasaka e nei dintorni. I media curdi riferiscono dell’uccisione da parte dei jihadisti di almeno cinque civili, ma di questo non si hanno conferme indipendenti.

L’Ufficio Onu per il coordinamento umanitario ha reso noto che migliaia di abitanti dei quartieri di Hasaka per paura degli scontri sono fuggiti verso nord. Le forze curde hanno imposto il coprifuoco in tutta la città, i cui abitanti versano in condizioni umanitarie difficili a causa dell’assenza di elettricità e delle basse temperature invernali.

 

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