Questa mattina è stata smantellata una rete criminale che aveva gestito, nel corso dello scorso anno sino all’estate di quest’anno, una fiorente attività di spaccio nell’hinterland Ibleo e precisamente nei centri storici di Modica e Ispica, ma soprattutto nel centro abitato e sul lungo mare di Pozzallo.
L’Aliquota Operativa della Compagnia Carabinieri di Modica ha dato esecuzione ad una ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 15 persone. Sono accusate, a vario titolo, di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti (marijuana, hashish e principalmente cocaina), continuata e aggravata poiché commessa da tre persone in concorso tra loro e di essersi avvalsi di minorenne. Sono state indagate a piede libero altre 4 persone, ritenute responsabili della medesima attività delittuosa.
Inoltre 8 tra gli indagati sono stati deferiti in stato di libertà per aver percepito indebitamente il reddito di cittadinanza, motivo per cui è stata richiesta la sospensione dell’erogazione del beneficio all’INPS. Il danno all’erario ammonta a circa 80 mila euro. Tutti gli indagati, ad eccezione dei due fornitori che sono catanesi, sono originari dell’area Iblea e tutti censurati e noti alle Forze dell’Ordine. I provvedimenti restrittivi sono stati emessi dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Ragusa, a seguito di serrate attività investigative dei Carabinieri. L’intensa ed assidua attività d’indagine è scaturita da diversi controlli su giovani spacciatori operanti nella zona del centro storico della Contea per poi essere proseguita su due distinti tronconi attivi nella compravendita di sostanze stupefacenti.
L’attività investigativa ha consentito di registrare numerosissime cessioni di stupefacenti – quasi 3.000 – che avvenivano “alla luce del sole”, attraverso contatti tra giovani che, quotidianamente, si davano appuntamento presso i centri cittadini. Le intercettazioni telefoniche, tutte colorate da linguaggio criptico afferente principalmente ad alimenti piuttosto che a cilindrate e chilometraggi di autovetture, hanno consentito di delineare la completa autonomia degli indagati, dove anche le donne provvedevano e alla cessione delle dosi e al recupero delle somme, tenendo i consuntivi delle famiglie.