La Polizia di Stato di Trieste, impegnata in una vasta operazione di polizia giudiziaria coordinata dalla locale Procura della Repubblica che ha visto l’impiego di oltre 150 uomini, ha eseguito 5 ordinanze di custodia cautelari (4 in carcere ed 1 agli arresti domiciliari) nei confronti di altrettanti cittadini kosovari, a seguito della nota sparatoria, che ha scosso l’intera cittadinanza, avvenuta lo scorso 4 settembre in via Carducci.
È l’ulteriore frutto degli ininterrotti approfondimenti investigativi esperiti, dagli investigatori della Sezione Reati contro la persona, in danno dei minori e sessuali della Squadra Mobile della Questura di Trieste.
Si aggiunge poi quello dell’adozione, da parte dell’Autorità di Pubblica Sicurezza, di provvedimenti amministrativi nei confronti di 5 degli indagati. All’esito dell’esecuzione delle misure giudiziarie cautelari, i poliziotti hanno provveduto alla notifica di 4 provvedimenti di revoca del permesso di soggiorno ed 1 di diniego al rilascio del permesso di soggiorno di lungo periodo, emessi dal Questore di Trieste.
L’attento vaglio delle posizioni di alcuni degli individui coinvolti nella vicenda in esame ha infatti permesso, all’Ufficio Immigrazione della Questura, di assumere quei provvedimenti amministrativi di competenza del Questore che si sostanziano in un diniego alla permanenza in territorio nazionale di stranieri in difetto dei necessari requisiti.
Per ciò che attiene il grave episodio delittuoso di via Carducci, intorno alle ore 7.50 del 4 settembre, alla Sala Operativa della Questura triestina erano giunte diverse richieste di intervento da parte di cittadini che segnalavano, nei pressi di un bar della citata centralissima via cittadina, una oltremodo violenta lite in atto tra numerose persone. Le prime segnalazioni riferivano di esplosioni di colpi di arma da fuoco, di oltre una ventina di persone coinvolte, anche armate di spranghe o bastoni.
Dalle notizie e testimonianze assunte nell’immediatezza e dalla visione delle prime immagini dei circuiti di video sorveglianza pubblici e privati si era accertato che il gruppo cui appartenevano i feriti, in quella mattinata, si trovava al bar, unitamente ad alcuni conoscenti quando, all’improvviso, era sopraggiunto un gruppo di altri cittadini kosovari, con i quali vi erano già stati dissidi.
Ne era scaturita una colluttazione durante la quale i contendenti si erano colpiti con bastoni e spranghe e, nell’occasione, erano stati anche esplosi dei colpi di pistola, noncuranti degli ignari passanti che a quell’ora si trovavano lungo la trafficata via Carducci.
Erano scattate immediate ricerche volte al rintraccio dei veicoli dei fuggitivi. Il piano di ricerca, così attuato, aveva permesso, dopo appena mezz’ora, di rintracciare, in località Lisert (GO), uno dei mezzi ricercati, un’autovettura di colore nero, che era stata bloccata sullo svincolo di Monfalcone da equipaggi della Polstrada di Trieste e Gorizia.
A bordo dell’auto erano stati identificati 2 cittadini stranieri, sottoposti ad accertamenti urgenti che avevano consentito di rilevare delle macchie di sangue sulla loro persona e sugli indumenti; inoltre, i predetti kosovari, da personale della Squadra Mobile, venivano riconosciuti come partecipanti allo scontro attraverso la visione di alcune immagini acquisite sul luogo del fatto.
Sulla scorta degli elementi raccolti e in accordo con il P.M. di turno presso la Procura della Repubblica di Gorizia, i due soggetti erano stati sottoposti, d’iniziativa, a fermo di indiziato di delitto per l’ipotesi di reato di concorso in tentato omicidio aggravato e, quindi, associati presso quella Casa Circondariale.
I tre erano stati accompagnati presso il pronto soccorso dell’ospedale di Monfalcone e, dopo le cure del caso, tratti in arresto per il reato di tentato omicidio aggravato ed in concorso.
Nella stessa giornata del fatto e nel prosieguo dell’attività d’indagine, il certosino esame dei vari filmati acquisiti permetteva di stabilire che uno dei feriti, durante le fasi dello scontro, era stato immortalato mentre impugnava una pistola e per questo arrestato una volta dimesso dal pronto soccorso.
Oggi, contestualmente all’esecuzione dei richiamati provvedimenti cautelari, in una oltremodo complessa azione dinamica, convenzionalmente denominata “Crazy Shooting”, si è dato anche luogo all’esecuzione di 22 decreti di perquisizione emessi dal P.M. titolare del pertinente fascicolo processuale a carico di tutti i soggetti identificati e che si assumono coinvolti nel confronto armato di via Carducci. Le operazioni dinamiche e di controllo del territorio sono tuttora in corso.