Stenta a decollare il mercato secondario degli NPL in Europa

Come si ricorderà, il 2020 si è chiuso con una Proposta della Commissione Europea volta a favorire la creazione di una rete di bad bank europee e i crediti deteriorati.

Una soluzione auspicata per fronteggiare la prevedibile necessità di smaltimento degli ingenti probabili quantitativi di crediti deteriorati. Si tratta del frutto dell’impatto negativo sull’economia della seconda ondata della Pandemia da Covid’19.

Agli osservatori del settore creditizio non sfugge una necessità. Per gestire con successo il fenomeno dei crediti deteriorati, è necessario  creare un proprio mercato secondario in grado di funzionare.

Al momento, però, vi sono degli aspetti regolamentari, messi in evidenza da tempo dai principali esponenti dei mercati creditizi europei.

In Italia in particolare dai vertici dell’Associazione Bancaria Italiana, che costituiscono un impedimento allo sviluppo di questo mercato secondario.

Il comportamento delle banche con l’accertamento di crediti deteriorati

Nel Regolamento Europeo, sui requisiti di Capitale è, infatti, previsto che le banche debbano, in caso di accertamento di un credito deteriorato, provvedere ad un assorbimento di capitale pari al 150% del valore nominale del credito.

Per ovviare a ciò la banca sarà indotta ad effettuare una svalutazione del credito almeno per il 20% del valore nominale per riportare il rapporto con il capitale sul valore di 1 a 1.

Il problema si pone in caso di cessione del credito a un altro soggetto, in quanto a sua volta l’acquirente sarà sottoposto alla già ricordata regola dell’assorbimento di capitale al 150%.


Quindi, nonostante il credito sia già stato svalutato dal cedente, sarà a sua volta costretto a un’ulteriore svalutazione. Un meccanismo che causa la registrazione nel proprio conto economico di un’iniziale perdita contabile.

Su questo aspetto Bruxelles sembra intenzionata a intervenire.  probabilmente disporrà un correttivo regolamentare in tempi brevi. Tuttavia,  più difficile appare un’altra imperfezione regolamentare. Un’anomalia  che scandisce i tempi forzati per l’ azzeramento del credito deteriorato, 3 anni se chirografario, 7 se assistito da garanzia immobiliare.

Anche in questo caso il problema si evidenzia  in caso di cessione del credito. Infatti, per il cessionario non si potrà tenere conto del tempo già trascorso presso il cedente. Lo si  costringe a segnare una perdita contabile di tutti o parte dei soldi spesi per l’acquisto .

Sicuramente questa è una difficoltà in più per far realmente decollare il mercato secondario dei crediti deteriorati in Europa.

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