Morto per Covid il Presidente ‘negazionista’ della Tanzania, John Magufuli. Magufuli (61 anni al secondo mandato, numero uno del Chama Cha Mapinduzi, Partito della Rivoluzione) ha per mesi ribadito che il virus non era più presente in Tanzania e che era stato sconfitto dalla preghiera. Si è, inoltre, sempre rifiutato di indossare la mascherina e tantomeno di ricorrere a misure di contenimento. Poi, alla diffusione della notizia della vicepresidente di Zanzibar, una settimana prima dell’ultima uscita pubblica Magufuli ritratta: il virus è ancora in circolazione.
La vice Samia Suluhu Hassan prima Presidente donna
Con la morte di Magufuli, Samia Suluhu Hassan (61 anni) diventa la prima donna Presidente della Tanzania, in carica, come prevede la Costituzione, fino a fine mandato, nel 2025. Ha militato nel Partito della Rivoluzione di Magufuli fino ad essere scelta come candidata alla vicepresidenza nella prima campagna elettorale del 2015. E’ stata eletta insieme a Magufuli per un secondo mandato nel 2020 e divenuta sesta Presidente della Tanzania, ma prima donna al potere.
E’ stata proprio lei a dare la notizia della morte del Presidente per complicazioni legate ad un problema cardiaco. Durante la cerimonia di giuramento, Samia Suluhu Hassan ha dichiarato: “Prometto di essere onesta e obbedire e proteggere la Costituzione della Tanzania”.
L’attuale Presidente continuerà la politica del suo predecessore, del leader populista che in questi anni ha fatto molto per l’economia del suo Paese, ma allo stesso tempo, è stato duramente accusato di aver limitato la libertà di espressione e indebolito la democrazia della Tanzania.
Magufuli era soprannominato “Bulldozer”, per la sua tenacia e caparbietà e per ottenere sempre quello che voleva nonostante le opposizioni. Tra le sue ultime “limitazioni della libertà di espressione”, lo scorso anno aveva sospeso l’attività di sei media locali imponendo delle restrizioni sui contenuti che venivano pubblicati online. Ma il suo atteggiamento venne maggiormente notato nell’ultimo anno, dopo aver adottato una politica “negazionista”. La stessa che lo ha condotto alla morte.
