Alla vigilia di Ferragosto, 700 persone sono rimaste chiuse su un treno regionale Trenitalia per quattro ore. Il treno non aveva l’aria condizionata funzionante e i finestrini erano tutti bloccati, come le porte che sono state aperte dopo circa due ore manualmente dalla Capotreno.
Sono le 17:30 del 14 agosto, quando il treno regionale 3992 di Trenitalia da Ancona a Piacenza si blocca improvvisamente. Poco prima era scoppiato un incendio a Ozzano in provincia di Bologna che aveva interrotto la linea. Alcuni testimoni hanno raccontato che nessuna ambulanza o mezzo di polizia o di soccorso li ha raggiunti, nonostante svariate segnalazioni.
“Le porte erano sigillate perché l’elettricità non funzionava. La Capotreno con le chiavi per aprire le porte e abbassare i finestrini non si trovava. Con il passare dei minuti la temperatura cominciava ad aumentare. Le persone erano stipate nei vagoni, con il caldo di quel giorno e senz’acqua. I passeggeri più fragili, come donne incinte, anziane e bambini, comincivano a stare male. La gente urlava alla Capotreno di fare qualcosa, ma lei rispondeva di dover aspettare una qualche autorizzazione che nessuno le inviava“, racconta un testimone.
Passa il tempo e alcuni passeggeri per disperazione e mancanza di aria iniziano a spaccare i finestrini per permettere il ricambio dell’aria e far uscire il caldo. Alcuni di loro si sono feriti alle braccia per poter permettere agli altri passeggeri di cominciare a respirare aria nuova. Le porte vengono forzate e aperte, la gente per prendere una boccata d’aria vi si ammassa così tanto che, spiega il testimone, “abbiamo dovuto razionare anche il tempo davanti alle porte, facendo a turno. Le mascherine ovviamente non le ha tenute più nessuno“.
I 700 passeggeri arrivarono alla stazione di Bologna, trainati dalla locomotrice a diesel, quattro ore dopo che il treno si era fermato a 11 km dalla città. A bordo anche una donna incinta che durante il “sequestro” si è sentita male più volte, arrivando anche allo svenimento.Secondo i passeggeri, i responsabili di Trenitalia non si sarebbero occupati di loro all’arrivo. Un testimone ha dichiarato che all’arrivo la Polizia è salita a bordo, senza far scendere nessuno ed ha consegnato alcune bottigliette d’acqua. “Ogni vagone aveva 6 bottigliette d’acqua. Ma può succedere una cosa del genere? Sono questi gli aiuti? Ma soprattutto aiuti insufficienti e tardivi.“
La versione di una nota rilasciata da Trenitalia è diversa dal racconto del testimone: ” il treno era già sulla linea al momento dell’incendio e che appena è stato possibile si è provveduto a trainarlo alla stazione di Bologna. Arrivati a Bologna i passeggeri hanno trovato immediatamente un treno funzionante e con l’aria condizionata che ha consentito loro di proseguire il viaggio. Per tutti gli altri passeggeri che avevano perso coincidenze o che non erano comunque diretti a Piacenza, Trenitalia ha disposto bus e taxi per consentire loro di arrivare a destinazione. A tutti e 700 passeggeri circa, che erano a bordo del treno regionale, appena giunti a Bologna, Trenitalia ha provveduto a distribuire acqua per alleviare il disagio“.
La nota di Trenitalia ovviamente riduce l’accaduto a poco tempo senza immaginarsi e scusarsi del trauma che 700 persone hanno vissuto.