Dal 15 ottobre Trieste è diventata il simbolo del movimento No Green pass che raccoglie il consenso di cittadini deluso e arrabbiato ma senza un’ideologia comune, quello che gli anglosassoni chiamerebbero un patchwork di correnti diverse che vanno da vecchi protagonisti delle proteste di piazza a uomini e donne che non avevano mai partecipato ad una manifestazione.
Come mai tutto ciò accade nella pacifica città di Trieste, in Friuli-Venezia Giulia? Se analizziamo i I dati sulle vaccinazioni praticate ci accorgiamo subito che in questa piccola regione italiana solo il 71% della popolazione ha ricevuto almeno una dose di vaccino, contro una media nazionale arrivata all’85%. Secondo il portale Cura Italia, negli ultimi sette giorni nella sola provincia di Trieste sono stati registrati 139 nuovi contagi ogni 100 mila abitanti che non è un dato qualunque perché è il dato più alto in Italia.
Secondo gli ultimi dati disponibili il numero totale dei casi registrati in provincia di Trieste è oltre il 10% della popolazione pari a 23.847 su circa 230 mila abitanti. Questi dati, non se ne conosvevil motivo, sono pubblicati sul profilo della Protezione Civile di Github ma non si ritrovano più nei comunicati che vengono distribuiti agli organi di stampa.
In proposito il Vicepresidente della Regione Friuli-Venezia Giulia, Riccardo Riccardi in quota a Firza Italia ha dichiarato: «La crescita dell’incidenza dei casi è collegata in prevalenza all’aumento dei casi registrati a Trieste, dovuti anche alla più bassa percentuale di vaccinati rispetto alla media regionale. L’età media della popolazione è più alta e c’è poi da contare anche la numerosità degli ospiti delle case di riposo e della popolazione scolastica».
Oggi, ha proseguito Riccardi , la crescita dei casi in Friuli-Venezia Giulia è paragonabile a quella dell’inizio della seconda ondata ed ha precisato «Se guardiamo Trieste la crescita è simile a quella del mese di ottobre dell’anno scorso, per cui è atteso un aumento molto più alto per quest’ultimo territorio».
