Triste, solitario y final

È con le parole del capolavoro di Osvaldo Soriano che s’inaugura l’ultima mostra dell’attuale amministrazione Sgarbi a Sutri, presso Palazzo Doebbing.  “Triste, solitario y final”, questo il titolo della nuova esposizione presso quello che fu il Palazzo del Vescovo Doebbing ed oggi affidato dalla curia al più titolato politico e  critico d’arte d’Italia: Vittorio Sgarbi.

Sindaco di Sutri, Assessore alla Bellezza di Viterbo, Consigliere regionale in Lombardia, Sottosegretario al Ministero della Cultura. Questi i titoli (puramente politici) di un uomo che ha fatto e sta facendo la storia di questo Paese, mediaticamente, culturalmente e politicamente parlando.

Ed è così che un paese di circa 6mila abitanti nella Tuscia Viterbese si rende conto forse, di aver poco goduto del momento di maggior protagonismo della città, dai tempi dello Stato Pontificio ad oggi.
In questi 5 anni, (unico ciclo completo di sindacatura del prof. Sgarbi), Sutri ha come vissuto un’ atmosfera mista tra quella che si vede nei film degli anni ’60 e quel fermento tipico del Rinascimento.

L’idea che un posto bello, potesse diventare anche chic, di moda e perché no mondano, si è fatta realtà.

La mondanità di Sutri però, è lontana da quella descritta da Sorrentino ne “La Grande Bellezza”, perché è una mondanità elegante, culturale, sensibile, elevata ed elevante. Una tempesta di vitalità che ha svegliato tutto il nord Lazio dal torpore, con un Sindaco visionario, superuomo al pari solo dei grandi del Novecento, ultimo baluardo di un mondo che c’è ancora, grazie a lui.

E così i grandi del presente, come Bocelli e Morgan, hanno per anni incontrato i grandi del passato, come Giotto, Bacon, Ligabue, Pasolini. Centinaia i nomi che sono stato affiancati all’ antichissima città di Sutri in questi anni, grazie a un Sindaco ed i suoi collaboratori che ha saputo formare in loco, come il giornalista Emanuele Ricucci, l’assessore al turismo e al talento Claudia Mercuri (co-ideatrice del premio Efebo per la città di Sutri), e lo storico capo di Gabinetto arch. Paolo Marioni, che congiuntamente ad altri membri dell’amministrazione e non solo(come i collaboratori della società Archeoares),  hanno reso possibile questo sogno.

Il perché di un finale triste e solitario, potrà svelarlo solo il tempo. Come il tempo svelerà se il titolo è da attribuire al genius loci di tutto questo, o al clima nel quale potrà vivere l’antico Borgo dopo questa sindacatura tanto discussa, ma portata a termine scrivendo sicuramente tante bellissime pagine della sua storia.

Nelle dichiarazioni rilasciate all’inaugurazione però, si apre forse uno spiraglio. Nella mostra di Palazzo Doebbing di quest’anno, con la volontà di far emergere 19 artisti dimenticati nel tempo, il sindaco si lascia scappare una dichiarazione Se Sgarbi farà ancora il sindaco farà altre sette mostre, se non lo farà ne farà comunque altre 7” e alla domanda per una sua ulteriore candidatura risponde: “mi ricandido per fare il patrono”.

La mostra è stata inaugurata alla presenza del neo Presidente della Regione Lazio Francesco Rocca, ed è aperta sino all’1 ottobre 2023, con artisti tra cui Dyalma Stultus, Pinot Giuseppe Gallizio, Benito Jacovitti, Saverio Rotundo, Bruno Canova, Gianfranco Ferroni, Folco Chiti Batelli, Anne Donnelly, Simon Gaon, Wolfang Alexander Kossuth, Maria Luisa Tadei, Filippo Dobrilla, Marco Ferri, Giovanni Iudice, Matteo Peretti, Anne Donnelly, Emanuele Giuffrida. Info su www.museopalazzodoebbing.it

 

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