UCRAINA

Ucraina, la guerra di tutti. Sempre più tesi i rapporti tra USA e Russia

Stati Uniti e Russia: sempre più vicini alla guerra? Questo è quanto  le dichiarazioni dei vari Presidenti farebbero pensare. Sono giorni di tensione, di dubbi, di incertezze e anche di scarsa fiducia tra i Paesi coinvolti nel conflitto.  Un filo di guerra retto da due grandi potenze: la Russia e gli Stati Uniti. E dagli ultimi incontri, pare si tratti di un filo molto teso. 

Incontro Stati Uniti e Russia 

Il 21 gennaio si sono incontrati a Ginevra il Segretario di Stato americano Antony Blinken e il Ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov. Un incontro che avrebbe dovuto porre le basi per una soluzione diplomatica, ma che in realtà si tradusse in un nulla di fatto.  La Russia esige che la NATO abbandoni i paesi che Mosca ritiene storicamente legati alla propria influenza. Gli USA, da parte loro, affermano che sono stati proprio i Governi di quei paesi a chiedere di far parte dell’Alleanza Atlantica e del resto quei paesi hanno già fatto sapere che non intendono abbandonare la NATO.

Blinken ha, inoltre, pubblicamente e più volte  dichiarato che gli Stati Uniti si aspettano un’invasione dell’Ucraina da parte dell’esercito russo, schierato, da tempo, con oltre 120 mila uomini al confine ucraino. Al contrario, il Ministro russo, ha rassicurato che non è intenzione della Russia attaccare l’Ucraina. 

Insomma, un incontro che stabilisce lo scoppio di una guerra come se si stesse giocando a Risiko. “Io ti do, tu mi dai”. Una partita che costerebbe sia agli Stati Uniti che alla Russia una ingente perdita economica, oltre che di vite umane. Ma in un conflitto che ormai dura da decenni, forse questo particolare conta poco e sull’Europa torna ad affacciarsi il fantasma della “Guerra fredda” .

Le risposte della NATO 

Lo spostamento delle truppe russe in Bielorussia non convince gli osservatori internazionali e tanto meno la motivazione giunta dal Cremlino: “esercitazione militare congiunta con l’esercito bielorusso”. In virtù degli eventi, gli Stati Uniti hanno autorizzato il trasferimento di missili anti-aerei Stinger ad Estonia, Lituania e Lettonia. 

Una mossa che ha preceduto di poco le decisioni prese dall’Europa: consegna da parte del Regno Unito di missili anti-carro e la disponibilità da parte del Presidente Macron di inviare soldati in Romania, dove già esiste anche una presenza italiana con aerei dell’Aeronautica Militare. 

Ma la NATO dice ancora no all’Ucraina. Una decisione che, come dimostrato dalla disponibilità di alcuni Paesi, non mette d’accordo tutti, tanto da ritenere la non inclusione del territorio ucraino, una vittoria a tappeto della Russia. Sentenza che sarebbe come dire “lasciamo la guerra fuori per mantenere la pace dentro”. In questo caso, ovviamente, dentro la NATO. Se le decisioni potessero essere spiegate in maniera ancora più semplice, tra Paesi si darebbero volentieri l’appellativo di codardi.

Tra le due potenze litiganti, l’Europa ci rimette 

L’Europa in mezzo a un conflitto di questo calibro non può esimersi – come del resto ha fatto sempre – dal non trovarsi coinvolta. Direttamente o indirettamente che sia. A preoccupare il continente è il rifornimento di luce e gas qualora scocchi la prima scintilla o avvisaglia di guerra. 

Il 40% del gas consumato in Europa viene fornito proprio della Russia; un danno di non poco conto che andrebbe a colpire il nostro continente. Tuttavia, sarebbero già in corso le trattative tra USA e Qatar per poter assicurare la fornitura del gas necessario all’Europa in caso di invasione dell’Ucraina da parte dei russi. 

Il Mediterraneo: l’Italia chiamò

Quello che apparentemente sembra un capitolo da terza media di storia, niente non è,  perché dalle ultime dichiarazioni, mentre Mosca si preparerebbe all’attacco, nelle prossime ore prenderà il via un’esercitazione della NATO con tre portaerei e le relative navi da guerra in appoggio: l’italiana Cavour, l’americana Truman e la francese Charles de Gaulle. 

Le esercitazioni si svolgeranno nel Mediterraneo Orientale. Nel frattempo, sono cominciate le prime segnalazioni: da Gibilterra è stato segnalato l’ingresso nel Mediterraneo della nave della Marina Militare russa Tatischchev come riporta  Il Corriere della Sera. Ma, non basta, perché il quotidiano La Repubblica, precisa che  le mosse in queste acque sarebbero consentite solo alle forze schierate – nel caso in cui l’America decidesse di stare al fianco di Kiev – e senza dover chiedere l’autorizzazione. Si assisterebbe, quindi, a uno scenario senza precedenti. 

I dubbi della Gran Bretagna

Dal Nord Europa, inoltre,  giungono dei sospetti: il Cremlino starebbe valutando un’incursione militare in Ucraina – come riportato da Ansa – e un’invasione per poter “installare” al governo di Kiev una leadership filorussa. Il potenziale futuro candidato Premier che piacerebbe al Governo russo è l’ucraino Yevhen Murayev.

Ma non è tutto: il Regno Unito, infatti,  sostiene di avere informazioni certe in merito a presunti contatti d’intelligence russa con personalità politiche di Kiev: l’ex Primo Ministro Mykola Azarov, gli ex Vicepremier Serhiy Arbuzov e Andriy Kluyev e  l’ex Vicecapo del Consiglio per la Sicurezza Nazionale Vladimir Sivkovich. Accuse pesanti quelle di Londra, preoccupanti secondo Biden e assolutamente false, invece, per le Autorità di Mosca. 

La Russia, su rapido bilancio, sembrerebbe poter continuare ad avere la meglio sul controllo della situazione in terra ucraina, soprattutto se il “finto autoattacco” dovesse risultare veritiero. Tra le ipotesi di invasione, vi sarebbe infatti un finto attacco da parte della Russia da poter attribuire all’Ucraina che concederebbe ai russi  il pretesto per poter avanzare. Voci di corridoio? Intanto il filo resta sempre più teso e finirà con lo spezzarsi se una delle due potenze non decide di allentare la presa. 

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