Ucraina – Russia: le delegazioni trattano, ma la guerra non si ferma

La guerra in Ucraina continua. Il Presidente dell’Ucraina Zelensky chiama alla raccolta anche volontari stranieri per i quali non è previsto il rilascio del visto. Tutti gli uomini ucraini dai diciotto agli ottanta anni non hanno lasciato il Paese e si sono limitati ad accompagnare le proprie famiglie ai treni, ai pullman, alle vetture private, alle frontiere e tutto per far sì che i familiari potessero trasferirsi e mettersi in salvo  all’estero.

La resistenza civile in Ucraina è fortissima e combatte a muso duro a fianco delle truppe regolari ostacolando con successo.Un azienda produttrice di birra ad esempio ha abbandonato la produzione per dedicarsi alla costruzione di bombe molotov da consegnare ai civili a cui il Governo ucraino ha già dato circa 10.ooo fucili mitragliatori.

Oggi la Protezione Civile italiana ha inviato i primi aiuti umanitari con 200 tende destinate al confine tra Polonia e Ucraina, mentre oggi il Presidente del Consiglio Mario Draghi riferirà al Parlamento sulla decisione di inviare gli aiuti militari italiani alle Forze Armate della Repubblica ucraina, decisione su cui la Lega inizialmente aveva mostrato  riluttanza, rientrata dopo un colloquio tra Salvini e Draghi, gioco della politica al quale gli italiani sono oramai abituati.

Nonostante l’avvio dei negoziati che ieri non hanno partorito alcuna decisione e nessun progresso, la Russia per tutta la notte ha continuato a bombardare molte città ucraine e in particolare quella ritenute strategiche e di ostacolo all’avanzata delle truppe. Le richieste di Putin sarebbero state ritenute inaccettabili dalla Delegazione di Kiev e viceversa, pur tuttavia essendoci probabili margini di trattativa per la quale si prospettano tempi lunghi.

Ieri, il Presidente francese Macron ha telefonato a Putin per invitarlo a risparmiare  i civili: invece, questa notte, sono stati colpiti molti obiettivi civili e si registrano molti feriti e un numero imprecisato di vittime anche tra i bambini. In alcune città c’è un via vai dai rifugi per il continuo suonare delle sirene, ma scarseggiano viveri, farmaci e beni di prima necessità.

Intanto la Farnesina ha raccomandato agli italiani presenti in Ucraina e dintorni  di utilizzare i mezzi tuttora disponibili, inclusi i treni, per lasciare Kiev, negli orari in cui non c’è il coprifuoco.

L’inizio dei negoziati parte dunque sotto i peggiori auspici, tenuto conto della ripresa con maggiore intensità delle azioni militari intentate dai russi.

 

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