Oggi avrebbe compiuto 90 anni e ricordare Umberto Eco solo per “Il nome della rosa” è come andare al mare solo per prendere il sole: ciò che di bello vale la pena ricordare, non può passare come un ricordo sbiadito.
Nato ad Alessandria, classe 1932, Umberto Eco si laureò con lode in Filosofia all’Università di Torino. E’ stato un filosofo, scrittore e maestro di vita, stesso appellativo che lui dava alla storia. E’ vero, il passato – in generale – deve essere fonte di esempio, di confronto, di affronto e di riflessione. In una società nuova che ci insegna a non guardare al passato o al futuro bensì soltanto al presente, Umberto Eco per tutta la sua vita ha cercato di insegnare l’opposto.
“Nessuna civiltà può sussistere e sopravvivere senza una memoria collettiva. Le società hanno sempre fatto affidamento sulla memoria per preservare la loro identità” (Umberto Eco – Fonte: La Repubblica)
Umberto Eco: tra carriera e vita privata
Umberto Eco entrò in RAI nel 1954, per 16 anni è stato codirettore editoriale della casa editrice Bompiani. La sua carriera, nel frattempo, si muoveva all’interno delle Università tanto da divenire uno dei fondatori del Dams. In campo editoriale, ha collaborato con il settimanale L’Espresso. Nel 1980 uscì il suo primo romanzo, Il nome della rosa, che lo rese celebre in tutto il mondo e che venne tradotto in 47 lingue. Una storia della quale seguì il film con Sean Connery.
Tra le sue opere vanno citate: Filosofi in Libertà, Diario Minimo, Apocalittici e integrati, Documenti su il nuovo Medioevo, Trattato di semiotica generale, Il pendolo di Foucault e Il cimitero di Praga.
Un grande filosofo e studioso che visse la sua vita in maniera intensa e non soltanto rivolgendo lo sguardo al passato. Nel 1962 si è sposato con Renate Ramge, scrittrice tedesca con la quale ha avuto due figli: Carlotta e Stefano. Oltre alla storia e alla filosofia, per le quali gli sono state conferite 40 lauree honoris causa, Eco aveva una grande passione: quella per i fumetti, in particolare per Dylan Dog. Ed è proprio in un numero del noto fumetto che gli è stato reso omaggio attraverso il personaggio di Humbert Coe.