E’ passato un anno dalla scomparsa del grande Paolo Rossi. “Pablito”,l’eroe nazionale del Mondiale di Spagna ’82 se ne è andato il 9 dicembre 2020, portato via da una brutta malattia.
L’attaccante di Vicenza, Juventus, Milan, tra le altre, ha saputo incarnare i sogni di un’intera generazione e ha espresso con la maglia azzurra il meglio della sua carriera.Tutti ricordano i tre goal al Brasile che ci valsero la vittoria al Mondiale con la Nazionale di Enzo Bearzot.E proprio con il Ct , Paolo ha sempre avuto un rapporto speciale:”Devo molto, forse tutto, a Enzo Bearzot. Con lui ho sempre avuto un debito morale. Dall’82 sono diventato un figlio per lui e lui un padre per me“.
In quel magico 1982 conquistò anche il titolo di capocannoniere della rassegna iridata e il ‘Pallone d’Oro’.La FIFA lo aveva inserito nella lista dei 100 più grandi giocatori viventi nel 2004, in occasione del centenario della Federazione.
L’Italia si appresta a ricordare con manifestazioni, eventi, speciali televisivi, il “Pablito nazionale”.
Le parole della moglie ,Federica Cappelletti
“Manca alla sua famiglia, ma non solo. Ora che inizio a”risvegliarmi” capisco quanto fosse trasversale la sua popolarità”. Queste le parole di Federica Cappelletti, giornalista e scrittrice, vedova di Paolo Rossi. “Sto ricevendo tante lettere e messaggi di affetto perché Paolo non è mai stato un personaggio divisivo” che prosegue “Il suo lascito sono i valori ai quali non ha mai rinunciato, a cominciare dal fair play. Sentiva di portare una grande responsabilità: Sono un simbolo e tutto ciò che dico diventa un messaggio”.
Forse anche per questo, per non rischiare strumentalizzazioni, Paolo Rossi, aveva scelto di chiudersi la porta del calcio alle spalle ,rimanendo in quel mondo solo in veste di commentatore televisivo.