Vajont, alla CRI la cittadinanza onoraria di Longarone

“Siamo eredi di quelle donne e di quegli uomini; è una responsabilità grandissima. Non dobbiamo dimenticarlo, ne possiamo dimenticare l’umiltà enorme che ebbero le Sorelle e le Ispettrici che si misero al servizio della Comunità. È accaduto qui, a Longarone, così come in Libano e a Lampedusa”.

Con queste parole Rosario Valastro, Presidente della Croce Rossa Italiana, è intervenuto oggi presso la Sala consiliare del Comune di Longarone, alla cerimonia con la quale il Sindaco del Comune, Roberto Padrin, ha consegnato alla CRI la cittadinanza onoraria.

La Croce Rossa Italiana si è distinta con abnegazione e coraggio nel portare assistenza alle vittime del disastro del Vajont all’indomani della catastrofe del 9 ottobre 1963, organizzando e coordinando, in collaborazione con le unità militari e civili, le attività di primo soccorso alle popolazioni, impiegando sul campo il valore concreto della solidarietà, in attuazione ai principi di umanità, volontariato, universalità. Per l’encomiabile slancio umanitario, che ha contribuito anche alla costruzione della casa di riposo di Longarone, l’eccellente capacità operativa dimostrata dai volontari della Croce Rossa Italiana e delle Crocerossine, l’intera comunità, con questo atto, desidera rinnovare e sancire ufficialmente la propria infinita riconoscenza, ad imperitura memoria, conferendole la cittadinanza onoraria del Comune di Longarone” – si legge nel documento consegnato dal Primo cittadino del comune bellunese al Presidente della CRI.

Rivolgendosi al Corpo delle Infermiere Volontarie della Croce Rossa Italiana, di cui era presente l’Ispettrice nazionale, Emilia Bruna Scarcella, Valastro ha aggiunto: “Torniamo a casa con la consapevolezza di fare tesoro degli insegnamenti che ci ha lasciato chi ci ha preceduto. Siamo con la gente per la gente, con i vulnerabili e per i vulnerabili. Ieri, oggi e per sempre”.

Il 9 ottobre 1963 l’esondazione della diga del Vajont spazzò via il paese di Longarone. Furono oltre 1.900 i morti, tra loro 487 bambini.
Nel corso della cerimonia, Sorella Italia Luigia De Zorzi ha condiviso il ricordo dei momenti successivi a quella tragedia, quando le Infermiere volontarie soccorsero le poche persone rimaste in vita e accompagnarono i familiari delle vittime nel riconoscimento dei propri cari.

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