Vannacci: “Mussolini fu uno statista come Cavour e Stalin”

“Mussolini è uno statista come lo sono stati anche Cavour, Stalin e tutti gli uomini che hanno occupato posizioni di Stato: è la prima definizione di statista sul dizionario“. Così il Generale Roberto Vannacci in una lunga intervista concessa a ‘La Stampa’, dopo l’ufficializzazione della sua candidatura nella lega per le prossime elezioni europee.

Trovo che l’antifascismo non abbia alcun senso. A me non piace essere ‘anti’. E poi il fascismo è finito quasi cento anni fa.   I valori della Resistenza – aggiunge – sono tutti valori che sono garantiti dalla Costituzione e io la Costituzione l’ho difesa sui campi di battaglia di mezzo mondo, tra colpi di mortaio e proiettili, rischiando la mia vita. Sarebbe una buona prova per tutti”.

poi risponde ad una domanda che il giornalista gli rivolge in merito alle polemiche nate all’interno della lega a seguito della sua candidatura voluta da Matteo Salvini.
 Se qualcuno si è espresso negativamente nei miei confronti, lo capisco, fa parte di una fase, ma quando si tratterà di lavorare insieme spero si chiudano gli armadi del passato e si guardi al futuro” – ha dichiarato a proposito delle critiche emerse all’interno della Lega per la sua candidatura alle Europee.

Sul tema sicurezza Pannacci non ha dubbi il manganello è da preferire alla carota, e spiega:“Sul fronte sicurezza.  spiega ancora – le forze di Polizia sono chiamate a intervenire per far rispettare le regole. Se qualcuno vuole infrangerle, si mette nelle condizioni di essere manganellato”.

Sul tema aborto Pannacci tende ad essere garantista sulla libertà di scelta da parte delle donne. “Per quanto riguarda l’aborto, “si devono trovare tutte le soluzioni alternative che possano spingere e convincere la donna a non abortire. Fermo restando che la scelta resta in mano alla donna”.

In merito al tema Scuola immagina che le scuole pubbliche di ogni ordine grado siano assimilabili alle scuole militari.
Sono un fautore delle scuole pubbliche, ma vorrei fossero più severe. Oggi si appiattisce verso il basso il livello di tutti gli studenti, anche di quelli più bravi. E invece la scuola dovrebbe essere come lo sport, dove si mettono insieme le persone con prestazioni simili. Credo – spiega – che delle classi con ‘caratteristiche separate’ aiuterebbero i ragazzi con grandi potenzialità a esprimersi al massimo, e anche quelli con più difficoltà verrebbero aiutati in modo peculiare. Non è discriminatorio. Per gli studenti con delle problematiche mi affido agli specialisti. Non sono specializzato in disabilità. Un disabile, però, non lo metterei di certo a correre con uno che fa il record dei cento metri. Gli puoi far fare una lezione insieme, per spirito di appartenenza, ma poi ha bisogno di un aiuto specifico. La stessa cosa vale per la scuola. Chi ha un grave ritardo di apprendimento si sente più o meno discriminato in una classe dove tutti capiscono al volo? Non sono esperto di disabilità, ma sono convito – conclude Vannacci – che la scuola debba essere dura e selettiva, perché così sarà poi la vita. O almeno, così è stata la mia vita”.

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