Variante “Omicron”: primi casi in Israele e Belgio. Pazienti: nessun contatto con Sudafrica

E’ già Europa, in Belgio il primo caso,  la nuova variante del Covid-19 OMICRON definita molto pericolosa dall’OMS e dal Ecdc.

Il primo caso in Europa è una giovane donna adulta che ha sviluppato i sintomi 11 giorni dopo aver viaggiato in Egitto attraverso la Turchia. Non aveva alcun collegamento con il Sudafrica o con qualsiasi altro paese del sud del continente africano. La paziente aveva una carica virale elevata al momento della diagnosi. Non era vaccinata né era stata infettata in passato.

Anche Israele ne registra uno. “Fa paura“, dichiara  la Presidente della Commissione UE, Ursula von der Leyen che è anche medico. Sulla variante Omicron, infatti,  c’è una considerevole incertezza rispetto alla trasmissibilità e nell’efficacia dei vaccini. Prima di tutto è imperativo colmare il gap nell’immunizzazione. In secondo luogo va considerata la terza dose per gli adulti, con priorità per gli operatori 40. Infine, vista l’incertezza nello sviluppo della situazione, una tempestiva attuazione delle misure non farmaceutiche è importante”. Tra le misure l’Ecdc cita le mascherine, lo smart working e la riduzione di presenze nei trasporti pubblici.

Il Cdc USA, il Centro per il Controllo e la Prevenzione delle Malattie, ha confermato che al momento negli Usa non ci sono casi di variante Omicron del Covid come anticipato ieri dal virologo consiglieri della Casa Bianca Anthony Fauci. “Nel caso dovesse comparire ci aspettiamo di identificarla rapidamente”, si legge in una nota del Centro.

Della variante si sa che presenta nel genoma numerose mutazioni della proteina Spike che potrebbero teoricamente aumentarne la trasmissibilità e la capacità di eludere gli anticorpi.

Sulla base delle prove disponibili, la variante sudafricana del virus Covid potrebbe essere associata a una trasmissibilità molto elevata, a un indebolimento dell’azione dei vaccini, ma non a un’infezione più grave. Lo scrive l‘Ecdc nel suo rapporto settimanale sulle malattie trasmissibili.

La casa produttrice di vaccini anti Covid Moderna ha annunciato che svilupperà un’apposita dose di richiamo efficace contro la nuova variante Omicron. E’ quanto si legge in una nota dell’azienda statunitense.

In una nota l’istituto Spallanzani comunica di aver ha costituito una task force per analizzare i dati che afferiscono a livello internazionale e predisporre il sequenziamento dei ceppi a fini di sorveglianza virologica. Grazie all’intervento del ministero degli esteri, l’isituto si è messo in contatto con l’ambasciatore italiano in sud Africa, Paolo Cuculi, che sta facilitando i contatti con il Nicd sudafricano – prosegue lo Spallanzani – la task force avrà a breve una call internazionale direttamente con gli esperti del Nicd per discutere i dati e confrontarsi con le misure da adottare”. “Sono stati visionati e discussi i primi dati resi disponibili dal network di sorveglianza del Sud Africa“, rende noto l’istituto Spallanzani.

La nota prosegue: “Si è tenuta una call di confronto tra la Direzioni dell’Istituto e del NICD (Istituto Nazionale delle Malattie Infettive del Sud Africa) – prosegue lo Spallanzani – Nel corso della conversazione si è concordato l’avvio di un tavolo di consultazione permanente tra i due Istituti, a partire da lunedì prossimo, al fine di monitorare l’andamento della diffusione della variante e le misure di contenimento da adottare“.

Anche il Ministro della Salute Roberto Speranza si è pronunciato sulla comparsa della nuova variante: “Sarebbe da irresponsabili non essere preoccupati. La fase non è semplice. I numeri ci dicono che è in corso un’ondata piuttosto significativa” in alcune aree dell’Europa, anche se l’Italia ha numeri migliori, e oggi “si è decisa una linea di massima prudenza. Oggi l’Europa ha funzionato. Nel mondo ci sono 100 casi ma la cercheremo con maggiore insistenza”.

Al momento non ci sono dati sufficienti che ci indichino innanzitutto la trasmissibilità e in secondo luogo se la variante eluda o meno i vaccini attualmente disponibili. E’ chiaro che allora sarebbe un problema: al momento è presto e non è presente in Italia, ma va attenzionata“, ha detto il Sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri.

 

 

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Redazione

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