Con l’accusa di violenza sessuale di gruppo aggravata sono stati arrestati dai Carabinieri della Compagnia di Mazara del Vallo quattro ragazzi di età compresa tra i 20 e i 24 anni. Due sono finiti in carcere e due ai domiciliari. Gli indagati, sono stati raggiunti da un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip del Tribunale di Marsala, su richiesta della locale Procura.
Il provvedimento scaturisce dalle indagini condotte dai Carabinieri della Sezione operativa del Norm di Mazara del Vallo e della Stazione di Campobello di Mazara, nel Trapanese, che hanno consentito di fare luce su la violenza sessuale ai danni di una ragazza durante una ipotetica festa privata organizzata dai giovani, amici della ragazza.
L’accaduto
Le indagini sono iniziate l’8 febbraio scorso, quando la vittima si è presentata dai Carabinieri per presentare denuncia. La ragazza ha raccontato di avere ricevuto l’invito per la festa in una casa di amici. Dovevano esserci sia ragazzi che ragazze. Al suo arrivo la vittima avrebbe però trovato solo i 4 arrestati.
Trascorso qualche tempo, la giovane si sarebbe appartata con uno di loro in una stanza al piano superiore dell’abitazione. Improvvisamente il giovane avrebbe chiamato gli amici. La vittima ha raccontato di aver iniziato ad urlare, di essersi ribellata, ma i quattro l’avrebbero violentata procurandole lividi e contusioni in tutto il corpo.Quella stessa sera hanno avuto inizio le attività dei militari dell’Arma coordinati dalla Procura di Marsala che, attraverso l’attivazione di intercettazioni telefoniche e ambientali, la raccolta di sommarie informazioni a caldo delle persone variamente coinvolte nella vicenda e il sequestro degli smartphone degli odierni indagati, hanno permesso di raccogliere molteplici elementi di prova funzionali alla formulazione di un quadro indiziario nei confronti dei quattro giovani arrestati.
Le misure cautelari vista la presunta pericolosità sociale
Al fine di consentire la prosecuzione delle attività investigative in itinere il Gip del Tribunale di Marsala, condividendo quanto sostenuto dall’accusa, ha inteso adottare misure cautelari che tenessero conto delle diverse condotte degli indagati evidenziando “il pericolo di inquinamento probatorio, l’alta probabilita’ di reiterazione del reato in considerazione della presunta pericolosita’ sociale e dalla personalita’ dei giovani accusati – emerse durante la fase preliminare d’indagine”.