Vip: quando la crisi colpisce anche loro. Scoperta boutique del falso

850 mila euro, è questo il volume d’affari che la Guardia di Finanza di Roma ha scoperto in un appartamento del quartiere Vip della Capitale.

Gucci, Balenciaga, Hermès, ma anche Chanel, Bottega Veneta e altri i marchi scoperti essere stati contraffatti. Al centro della vicenda una donna 50enne romana proprietaria della casa dove le Fiamme Gialle hanno fatto irruzione. Durante la perquisizione gli agenti hanno trovato oltre il “prezzario” degli oggetti, parliamo di borse portafogli cinture scarpe, anche la classica lista dei clienti e dei clienti aficionados della boutique pirata. Nella lista clienti sono emersi molti nomi di Vip e meno vip che facevano shopping dalla signora. Tutti coloro presenti nella lista sono stati sanzionati dalla Guardia di Finanza.

Gli oggetti sequestrati venivano venduti a prezzi sicuramente più bassi che nelle vere boutique; il loro prezzo oscillava tra i 500 e i 2.000 euro per ciascun articolo. In più la seconda scoperta fatta dalla Guardia di Finanza è il guadagno in nero che la signora riceveva. Infatti gli acquisti non venivano registrati ne con lo scontrino fiscale ne tantomeno con una fattura. La totalità degli incassi non era soggetta a tassazione. Così oltre che per truffa, contraffazione la donna dovrà rispondere davanti al giudice anche di evasione fiscale.

Vip “pulciari” e danno all’economia

La contraffazione costa all’Italia 10,5 miliardi di euro l’anno, un sesto del totale delle perdite in Europa. Una nuova stima dell’ufficio dell’Unione europea per la Proprietà intellettuale la Euipo, ha preso in analisi 11 settori merceologici e ha tracciato un bilancio allarmante: il 10% del valore del volume delle vendite in Italia va a finire nelle tasche dei falsari. Un dato nettamente superiore alla media europea che si attesta 7,4%.

I campi più colpiti, soprattutto del Made in Italy, sono cosmetici; abbigliamento e calzature; gioielleria; borse e valigie e vini. Rispetto al 2018, anno della prima rilevazione, il volume delle vendite perse è diminuito in tutti i settori esaminati tranne due: abbigliamento e calzature e accessori. Si tratta di settori di eccellenza del Made in Italy nonché del più grande di tutti i settori esaminati in termini di volume delle vendite e di occupazione. Se a livello europeo la perdita  è stata pari a circa 28,4 miliardi, ovvero il 9,7% del totale, per l’Italia è andata peggio: 6,4 miliardi all’anno, pari a circa il 13,7% delle vendite.

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