45mila operatori sanitari non ancora vaccinati

Secondo gli ultimi dati pubblicati dalla struttura del commissario per l’emergenza Covid-19 sono 45.753 gli operatori sanitari in attesa di prima dose o dose unica di vaccino e scattano le prime sospensioni per chi non ha dato la sua adesione per la vaccinazione contro il coronavirus. A due mesi dal decreto che ha introdotto l’obbligo vaccinale anti-Covid per i professionisti della sanità gli Ordini professionali, gli ospedali e le Rsa hanno fornito e stanno ancora fornendo i nominativi di tutti i medici e gli infermieri delle diverse strutture sanitarie.

In Emilia Romagna sono oltre 14mila gli operatori sanitari che ancora non sono vaccinati, quasi l’8% del totale. Segue la Sicilia con 9.214 il 6,5% e poi la Puglia con 9mila il 6,5%.

Pietro Giurdanella, Presidente dell’Ordine degli infermieri della provincia di Bologna, osserva: “Dobbiamo fare una riflessione, dai dati delle tabelle dell’ultimo report ci sono alcune Regioni che hanno zero nella tabella degli operatori sanitari non vaccinati, mi pare davvero strano. Poi voglio dire che è possibile che alcuni colleghi non possano fare il vaccino anti-Covid per motivi di salute, immunodepressi o pazienti ematologici. In questi mesi al nostro Ordine sono arrivate diverse segnalazioni di infermieri, liberi professionisti, che hanno avuto difficoltà a vaccinarsi, ad esempio chi lavora per l’Inps. Detto questo noi abbiamo sempre detto, senza se e senza ma, che il vaccino va fatto. Indipendentemente dalla legge sull’obbligo, c’è una deontologia che va rispettata. Al momento ancora non ci sono arrivate segnalazioni dalle Asl, ma credo che arriveranno a breve e siamo pronti ad intervenire”.

Carlo Palermo, segretario nazionale Anaao-Assomed, il sindacato dei medici del Servizio sanitario nazionale, dichiara che: “in Italia i medici non vaccinati sono davvero pochissimi. E’ possibile che qualcuno abbia aspettato fino all’ultimo per vedere se da parte delle direzioni degli ospedali o delle Asl si sarebbe proceduto alla segnalazione. Ma credo, parlo per i medici, che tutti abbiano un’idea ben precisa su cosa vuole dire vaccinarsi contro il coronavirus”. Prosegue il Segretario nazionale: “Quando lo scorso anno qualcuno diceva che la percentuale dei medici ‘no-vax’ poteva arrivare anche al 20%, io ho sempre detto che non era possibile. Ed è stato cosi: chi è stato in prima linea e ha visto in faccia il virus e la malattia ha pochi dubbi, se non nessuno. Per chi è dipendente del Ssn, è inaccettabile non vaccinarsi e su questo siamo sempre stati chiari”.

Il segretario nazionale Anaao-Assomed dichiara che: “La questione sicurezza nei confronti dei cittadini è fondamentale soprattutto oggi che gli ospedali devono tornare a essere pienamente operativi. Dobbiamo ricordarci che abbiamo un’altra epidemia da affrontare ed è quella dei malati non Covid. Per tutto il 2020 abbiamo avuto un eccesso di mortalità pari a 112mila decessi; di questi il 75% è legato al Covid, ma il 25% è frutto del mancato o ridotto accesso alle cure per l’emergenza. Se gli operatori sanitari non si vaccinano mettono a repentaglio la ripresa delle visite e degli interventi, perché la legge prevede che chi non è immunizzato può essere spostato ad altro incarico non a contatto con il pubblico o di finire sospeso a casa”.

Su Twitter il virologo dell’Università San Raffaele di Milano, Roberto Burioni, scrive: “Incredibile, doloroso ma indispensabile per la sicurezza dei pazienti. Forse bisognerebbe guidare tutti questi sanitari verso un lavoro differente, più adatto a loro. Quando invoco misure severe contro i non vaccinati (per scelta) vengo attaccato violentemente da persone di estrema destra. Mi stupisco perché il primo vaccino ‘moderno’ fu reso obbligatorio in Italia nel 1939 (difterite)”.

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