Dopo le dimissioni delle due Ministre di Iv, dopo l’approvazione di misura sul voto di fiducia alla Camera dei Deputati, dopo una maggioranza relativa risicata conseguita al Senato, dopo un’oggettiva e insormontabile difficoltà di governare il paese per la mancanza dei numeri necessari e in vista di una seduta alla Camera, durante la quale il Governo andrà incontro ad un sicuro “No” sulla Relazione di Bonafede sullo stato della Giustizia nell’anno appena trascorso, il Premier Conte, secondo indiscrezioni da fonti autorevoli, questa sera salirà al Colle per un confronto con il Presidente Mattarella. Il fine è quello di dimettersi domani o addirittura già questa sera, anche se i rumors propendono più per domani.
Tra le ipotesi del post dimissioni c’è quella secondo cui, il Capo dello Stato, potrebbe riaffidare l’incarico a Conte per la formazione di un Governo di unità nazionale entro e non oltre 48 ore e a cui probabilmente prenderebbe parte anche Iv e Forza Italia. In Italia ci sono precedenti illustri con Governi come “Bonomi II e III”, Parri, “De Gasperi I, II eIII e “Andreotti III”. Chissà che non tocchi questa volta al Conte III.
L’altra ipotesi è che Conte non riesca in questo intento. In questo caso, si profilerebbe l’ipotesi della chiamata al voto degli elettori, stando molto attenti al periodo perché da giugno prossimo scatta il semestre bianco che precede di sei mesi la fine del mandato del Presidente della Repubblica.
Nel frattempo, resta da capire le varie questioni che riguardano la gestione della cosa pubblica. Prima fra tutte la Salute e l’Economia che fine faranno.
Con le dimissioni e fino al giuramento di un nuovo possibile Esecutivo nelle mani del Capo dello Stato, il Governo uscente rimane in carica per lo svolgimento degli affari correnti.
Tra questi rientra l’eventuale emanazione di decreti legge in casi di necessità ed urgenza.
In mancanza del rapporto fiduciario, con la crisi di governo si ferma ovviamente l’attività parlamentare. Fanno eccezione gli atti urgenti, come la conversione dei decreti legge in scadenza.
L’attività ordinaria delle Camere riprende solo dopo che il nuovo Esecutivo avrà incassato la fiducia da entrambe le Camere.
Insomma un futuro difficile da prevedere con certezza ed una situazione di estrema precarietà istituzionale sulla quale è difficile dare risposte. Dunque, ancora una volta, ci viene in aiuto l’autore del “romanzo” per eccellenza, ovvero “ai posteri l’ardua sentenza”.
Il Governo di unità nazionale
Un governo di unità nazionale, o Governo di coalizione nazionale, è un Governo di coalizione che si forma in situazioni particolari di emergenza nazionale, caratterizzato dal temporaneo abbandono delle categorie di maggioranza e opposizione e dal sostegno di tutti o quasi i partiti politici, per fini e/o scopi comuni agli schieramenti contrapposti.
Generalmente vengono formati in passaggi transitori caratterizzati da transizioni e da importanti mutamenti politici. Alla base della formazione del governo di unità nazionale c’è, dunque, la necessità di superare uno stato di negazione o di pericolo per le libertà democratiche nonché per l’indipendenza e l’unità della Nazione, rimandando la normale gara fra idee e interessi contrapposti a quando la democrazia e la pace saranno ristabilite.
Analogamente, un governo di unità nazionale può essere giudicato necessario in momenti relativamente meno tragici della storia di uno Stato, come di fronte ad un’importante crisi economica o ad una grave minaccia terroristica.