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Il coraggio di seguire il cuore. Undici anni senza Steve Jobs

Ogni anno la grande azienda della “mela morsicata” regala ai suoi più accaniti seguaci prodotti che raggiungono sempre di più la perfezione. E sempre ogni anno il padre di quella stessa mela, è come se fosse ancora lì a guardare scrupolosamente il risultato di quel prodotto sempre più all’avanguardia. Ma per l’appunto, è come se fosse.

Il 5 ottobre 2011 ci lasciava Steve Jobs, dopo una lunga lotta contro il cancro al pancreas. Ma sempre quel 5 ottobre tutti sapevano che la sua figura, così come quella di tanti altri personaggi storici o geni, non sarebbe mai morta.

Steve Jobs: la vita di chi “ha cambiato le vite”

Steve Jobs nacque il 24 febbraio 1955 a San Francisco e appena nato, fu dato in adozione a Paul Reinhold Jobs e Clara Hagopian. Si diplomò all’istituto Homestead di Cupertino e si iscrisse al Reed College di Portland, ma lasciò dopo un semestre. Insieme al suo amico Steve Wozniak fondò il 1°aprile 1976 la Apple Computer.

La loro sede era il garage di Steve, luogo dove lavoravano per il primo computer: l’Apple I, venduto ai membri dell’Homebrew Computer Club. Nel 1977 arrivò l’Apple II, con vendite da un milione di dollari. Nel 1980 la Apple era quotata in borsa. Nel 1984 produsse l’Apple Macintosh che inizialmente non ebbe il successo sperato e a poco, dopo un diverbio avuto con John Sculley, Jobs viene estromesso dal consiglio di amministrazione di Apple.

Evento che non scoraggiò l’inventore, che decise di fondare la Next Computer e che nel 1986 comprò la Pixar. In un momento di “down” per la Apple, ecco che rientra in gioco Steve Jobs facendo assorbire la Next dalla “mezza mela”. Le invenzioni che ne seguirono sono quelle che tutti conoscono: iMac, iPod – di conseguenza la piattaforma iTunes – iBook, MacBook, iPhone e iPad.

Il 24 agosto 2011 cede il ruolo di CEO a Tim Cook, pochi mesi dopo, il 5 ottobre, il grande Steve Jobs, non sconfigge la malattia, ma vince l’immortalità.

“Dobbiamo avere il coraggio di seguire il nostro cuore e la nostra intuizione. In qualche modo essi sanno cosa vogliamo realmente diventare. Tutto il resto è secondario”

 

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