Lesbo, il Papa nel campo profughi: “una crisi umanitaria che riguarda tutti”

Lesbo: “Sono nuovamente qui per incontrarvi. Sono qui per dirvi che vi sono vicino, ma dirlo col cuore. Sono qui per vedere i vostri volti, per guardarvi negli occhi. Occhi carichi di paura e di attesa, occhi che hanno visto violenza e povertà, occhi solcati da troppe lacrime” ha detto Papa Francesco, “I vostri volti, i vostro occhi ci chiedono di non girarci dall’altra parte, di non rinnegare l’umanità che ci accomuna, di fare nostre le vostre storie e di non dimenticare i vostri drammi”, ha ribadito il Papa. “Soprattutto, se vogliamo ripartire, guardiamo i volti dei bambini” ha inoltre aggiunto, “Troviamo il coraggio di vergognarci davanti a loro, che sono innocenti e sono il futuro. Interpellano le nostre coscienze e ci chiedono: ‘Quale mondo volete darci?’ 

Il ritorno a Lesbo dopo cinque anni

Papa Francesco è giunto sull’Isola, cinque anni dopo la visita dell’aprile 2016, in quella significativa tappa che riprendeva il  cammino iniziato tre anni prima con il viaggio a Lampedusa. Sempre con la volontà di essere presente nella sofferenza di migliaia di persone, soprattutto famiglie, fuggite dalla propria terra e costrette a vivere in posti in cui definire difficili le condizioni di vita sarebbe retorico e riduttivo.

Francesco viene accolto nel Reception and Identification Centre dai canti di alcuni degli ospiti del campo e dal saluto della Presidente che parla di come la Grecia abbia sopportato il “peso spropositato dalla crisi dell’immigrazione e dei rifugiati, che sta colpendo l’intero Mediterraneo, il mare che ci unisce” e di come affrontarla sia “una responsabilità condivisa dell’Europa”.

 Lesbo: una crisi umanitaria che riguarda tutti

Papa  Francesco si è diretto a piedi verso il luogo della cerimonia intrattenendosi lungo il tragitto con i profughi in sua attesa, accarezzando in particolare i tanti bambini, spesso molto piccoli, stringendo mani, dispensando sorrisi, saluti e parole di conforto e incoraggiamento.  Il Pontefice si è fermato anche ad ascoltare le storie e le invocazioni di alcuni dei rifugiati, delle provenienze più diverse, dall’Asia, al Medio Oriente, all’Africa.

La parola del Papa è anche di denuncia, perché le migrazioni sono “una crisi umanitaria che riguarda tutti”, invoca la solidarietà del mondo, perché se altre sfide globali come la pandemia o i cambiamenti climatici vedono muoversi qualcosa, così non è per quanto riguarda le migrazioni.

 

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