Papa Francesco lascia Cipro e vola in Grecia

Papa Francesco ha lasciato questa mattina Cipro dove è rimasto per due giorni, incontrando la Comunità cristiana dell’isola, le Autorità politiche e la società civile.

Da “Mare nostrum”a  grande cimitero

Due, in primo luogo, i temi che hanno contraddistinto la prima tappa di questo suo 35.mo viaggio all’estero: il dialogo tra le confessioni cristiane in una comunità aperta ed accogliente ed il tema dei migranti in un Mediterraneo sempre più, come lui stesso ha ricordato più volte, passato da essere ‘Mare nostrum‘ a un grande cimitero di chi cerca salvezza e possibilità di sopravvivere a guerre e fame. Tra i temi toccati anche quello della riunificazione di Cipro e gli sforzi per pacificare l’isola oggi divisa dolorosamente tra la parte a maggioranza greco-cipriota e la parte turco-cipriota. “Mentre concludo la mia visita apostolica a Cipro, rinnovo il mio profondo gratitudine a vostra eccellenza e al popolo di Cipro per la vostra accoglienza e ospitalità. Con l’assicurazione delle mie preghiere per la pace e la prosperità della nazione, invoco su tutti voi la benedizioni di Dio onnipotente”. Con questo telegramma, inviato al Presidente della Repubblica di Cipro, Nicos Anastasiades, subito dopo la partenza in aereo da Larnaca, Papa Francesco ha voluto ringraziare il popolo cipriota per la sua accoglienza nei due giorni di permanenza nell’isola.


 Per il Papa un fitto programma di incontri

L’arrivo nella Capitale ellenica alle 11.10 locali e accoglienza ufficiale all’aeroporto alla presenza del Ministro degli Affari Esteri ,Nikos Dendias. Seguiranno, alle 12, la cerimonia di benvenuto al Palazzo presidenziale di Atene, alle 12.15 la visita di cortesia alla Presidente della Repubblica Ekaterini Sakellaropoulou, alle 12.30 l’incontro col Primo Ministro Kyriakos Mitsotakis, e alle 12.45 l’incontro con le Autorità e la società civile. Nel pomeriggio alle 16 la visita di cortesia a Ieronymos II, Arcivescovo di Atene e di tutta la Grecia, presso l’Arcivescovado ortodosso. Alle 17.15, sempre ad Atene, l’incontro con i Vescovi, i sacerdoti, i religiosi e i seminaristi nella Cattedrale di San Dionigi, e alle 18.45 l’incontro privato con i membri della Compagnia di Gesù alla Nunziatura apostolica.

“Si registra un arretramento della democrazia”

Qui è nata la democrazia. La culla, millenni dopo, è diventata una casa, una grande casa di popoli democratici: mi riferisco all’Unione Europea e al sogno di pace e fraternità che rappresenta per tanti popoli“. Così il Papa nel suo discorso alle Autorità greche ad Atene. “Non si può,tuttavia, che constatare con preoccupazione come oggi, non solo nel Continente europeo, si registri un arretramento della democrazia”. Essa “richiede la partecipazione e il coinvolgimento di tutti e dunque domanda fatica e pazienza. È complessa, mentre l’autoritarismo è sbrigativo e le facili rassicurazioni proposte dai populismi appaiono allettanti“. Perché “il bene sia davvero partecipato“, l’attenzione maggiore “va rivolta alle fasce più deboli.”

In Grecia il Papa terrà sei discorsi ufficiali e domani si recherà, per la seconda volta, nel campo profughi di Lesbo dove incontrerà la drammatica esperienza di rifugiati e richiedenti asilo, una delle tappe più significative del suo viaggio apostolico.

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