Terza serata di Sanremo: Drusilla. No, non è lei a far parlare

Per la terza serata, Amadeus non poteva non cominciare con un omaggio al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che il pomeriggio ha giurato al Quirinale. E lo ha fatto, oltre che con “la sviolinata” di rito, con l’accenno di un brano: “Grande, Grande, Grande” di Mina. Perché questo brano? Nel 1978 aveva partecipato con la moglie a un concerto di Mina. Se non lo sapevate, ora sì.

Tuttavia la grande attesa era nei confronti della conduttrice (molti avranno da ridire sul termine usato) ovvero, Drusilla Foer. Non è una donna, non è una valletta e per far parlare è la persona giusta. Ma incredibilmente strabiliante, brava e brillante. Nulla da invidiare alle “scosciate” di turno e noi non siamo qui per giudicare il sesso o la figura, bensì la professionalità e il saper stare sul palco. Ergo…Chapeau. Caro Festival di Sanremo, sei riuscito a far passare il tuo messaggio. Un uomo può essere una grande donna, cosa che le conduttrici precedenti probabilmente non sono riuscite ad essere. È vero, è così! Tuttavia lo fa in una società in cui un uomo deve sentirsi in colpa per essere un uomo e una donna che nessuno la fa più sentire tale.


E ora veniamo al dunque. Classifica: primo posto, Maneskin; secondo posto, Cesare Cremonini…ah no! Ci stiamo confondendo con i sogni. Tuttavia, ci teniamo a dare una nota di merito ad Amadeus: un plauso per il coraggio, per aver “svecchiato” il Festival, per aver osato nel portare giovanissimi e per aver scelto dei bei brani.

Emozionante il ricordo, accompagnato da un lunghissimo applauso, della strage di Capaci. A ricordarlo…Roberto Saviano: “La loro storia è quella di chi sceglie sapendo di rischiare…Oggi sono eroi, ma a quel tempo non era così”. Una partecipazione, quella dello scrittore, a titolo gratuito come da lui specificato sui social.

Tra gli ospiti, anche l’ex Miss Italia e attrice, Anna Valle.

25 artisti in poche righe

Dopo due sere di votazioni, non ci soffermiamo sulle pagelle, ma solo su una considerazione generale di quello che pensiamo: Giusy Ferreri continua a non convincerci e la sua posizione in classifica lo dimostra. Highsnob e Hu, ancora intoppo dei fiori? Questa volta meno accentuata. Finale – il loro – come la sera precedente, con un vago ricordo di Coma Cose. Sì per Fabrizio Moro (e non solo per la canzone). Massimo Ranieri…è Massimo Ranieri ma non per questo Festival.

Dopo aver riascoltato con calma tutti i brani, ci sentiamo, ahimè, di abbassare leggermente qualche voto: Aka7even è uno di questi.

Mani in alto -anche da casa- per Dargen D’Amico: voglia di ballare al massimo, ma mancano solo gli occhiali suoi e quelli che ha indossato tutta l’orchestra. Irama continua a mantenersi alto nella nostra classifica: ci piace la sua voce e la sua canzone. Sì anche per Ditonellapiaga e Rettore. Bocciato l’outfit rosso di Michele Bravi (e anche per lui bacchettata per la sviolinata a Drusilla) e anche il brano rimane sulla sufficienza.

Look meno dark per Rkomi, ma il brano rimane sempre un rock scopiazzato ai neo maestri: i Maneskin. Senza alcun dubbio, Mahmood e Blanco promossissimi! Sì per l’ormai tormentone di Gianni Morandi, “Apri tutte le porte”, che si è guadagnato un lungo applauso. Elisa, ancora una volta in Total White, ha nettamente confermato la sua grandezza.

Achille Lauro, niente battesimo ma lieve strip-tease, mano che scende e…no! Guardare ma non toccare.

Gli altri artisti che meritano la prima top ten: Emma, Noemi, La Rappresentante di Lista. Gli artisti che…è stato bello partecipare: Iva Zanicchi, tranne per lo “scivolone” con Drusilla del quale ha chiesto subito scusa, Matteo Romano, Ana Mena, Sangiovanni, Yuman, Le Vibrazioni, Giovanni Truppi.

E ancora una volta, un grande SÌ per…Orietta Berti, vestita da piumino da cipria! E poi un Nì, monologo finale di Drusilla Foer merita un sì, ma se optiamo per il nì è perché dopo il monologo sul razzismo e gesti vari già spiegati nel riassunto della seconda serata, sentiamo di dover dire una cosa: la normalità – brutta parola che si contrappone a un’altra brutta parola, la diversità – è non spiegare cosa sia, è scendere quelle scale e presentare un Festival. La normalità è vivere la vita e viverla secondo uno dei più grandi insegnamenti che Dante Alighieri ci ha lasciato: non ti curar di loro, ma guarda e passa. E siamo certi che questo (in fondo) lo sappia anche l’elegante Drusilla.

La Classifica

1.Mahmood e Blanco  – Brividi

2. Elisa – O forse sei tu

3. Gianni Morandi – Apri tutte le porte

4. Irama – Ovunque sarai

5. Sangiovanni – Farfalle

6. Emma – Ogni volta è così

7. Massimo Ranieri – Lettera al di là del mare

8. Fabrizio Moro – Sei tu

9. La rappresentante di Lista – Ciao Ciao

10. Dargen D’Amico – Dove si balla

11. Michele Bravi – Inverno dei fiori

12. Rettore e Ditonellapiaga – Chimica

13. Aka 7even – Perfetta così

14. Achille Lauro – Domenica

15. Noemi – Ti amo ma non lo so dire

16. Rkomi – Insuperabile

17. Matteo Romano – Virale

18. Iva Zanicchi – Voglio amarti

19. Giovanni Truppi – Tuo padre, mia madre, Lucia

20. Highsnob & Hu – Abbi cura di te

21. Giusy Ferreri – Miele

22. Le Vibrazioni – Tantissimo

23. Yuman – Ora e qui

24. Ana Mena – Duecentomila ore

25. Tananai – Sesso occasionale

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