Ennesimo ultimatum per gli ucraini asserragliati nell’acciaieria Azovstal a Mariupol. Fissato alle 14 (le 13 italiane). Se si arrenderanno, ha detto il Generale russo Mikhail Mizintsev, agli ucraini saranno garantiti “sicurezza e cure mediche”. Questo riporta il Washington Post.
Dall’altra parte hanno fatto sapere, sempre al giornale USA, che non si arrenderanno. Il Maggiore Serhiy Volyna ha anche rivolto un appello ai leader mondiali. Ha parlato in particolare al Presidente Biden affinché un paese terzo si faccia garante della sicurezza delle truppe e dei civili in partenza da Mariupol.
I russi hanno denunciato Kiev di usare i civili rifugiati nell’acciaieria come scudi umani. Lo ha detto il Vice Rappresentante permanente della Russia alle Nazioni Unite, Dmitry Polyansky. Poi ha respinto l’appello del Segretario generale Antonio Guterres per un cessate il fuoco umanitario: darebbe solo il tempo di armare i combattenti ucraini.
La guerra non è solo nel Donbas. Esplosioni ci sono state a Sud, a Mykolaiv.
Nel suo ultimo messaggio, il Presidente Zelensky chiede più armi.“Se avessimo accesso a tutte le armi di cui abbiamo bisogno, armi che i nostri partner hanno, avremmo già posto fine a questa guerra”, ha detto. E continuando: “non è giusto che l’Ucraina sia ancora costretta a chiedere le armi che i suoi partner hanno immagazzinato per anni“. Risponde subito Biden che a breve annuncerà un nuovo pacchetto di aiuti militari da 800 milioni di dollari. Con lui anche il Canada di Trudeau con 400 milioni nel bilancio statale per l’Ucraina.
Sul fronte russo, meno armi ma più uomini sembrerebbe. Tra 10 e 20mila i mercenari che stanno combattendo nell’offensiva nell’Ucraina orientale. Nelle file ci sono mercenari da Siria, Libria e altri stati attraverso il gruppo Wagner: una vera e propria “massa contro la resistenza ucraina”.