Ai microfoni di Non è l’Arena, trasmissione condotta da Massimo Giletti su La7, parla la vittima che ha denunciato le violenze subite da parte di Alberto Genovese e i suoi festini alla Terrazza Sentimento. Sono passati quattro mesi dalla sera in cui la 18enne ha sporto denuncia alla Polizia, scoperchiando un vaso di Pandora fatto di violenze, alcol e droghe.
Il racconto della vittima
La ragazza, durante l’intervista, ha ripercorso gli eventi della sera del 10 ottobre. “Non lo conoscevo – ha dichiarato la 18enne – ho saputo chi fosse la prima volta che sono stata invitata ad una sua festa. Mi ha invitato un amico che conosceva la ragazza di Genovese. Non ci siamo mai presentati. C’era tantissima gente, sembrava di essere in una discoteca, non in una casa. La prima volta lo incontrai a giugno, e poi a settembre”.
Da quanto riportano le immagini delle telecamere dell’abitazione, sequestrate dagli inquirenti, oltre ad aver registrato la violenza, hanno mostrato le molte feste che Genovese organizzava, tutte quante a base di alcol e droga. Nel corso delle settimane, altre cinque accuse di violenze si sono unite a quelle della ragazza.
“Non sono una tossicodipendente. Ne faccio uso sporadicamente”, ha detto la giovane aggiungendo: “Quella sera Alberto mi ha puntata”.
Da quanto racconta la vittima, Genovese le avrebbe versato dello champagne di una bottiglia che solo lui poteva prendere, la 18enne sospetta che la bevanda conteneva la droga dello stupro. “Ci ha offerto dello champagne, sono sicura ci fosse qualcosa dentro perché ho cominciato a comportarmi in modo non normale. Penso GHB, la droga dello stupro. Era una bottiglia al centro del tavolo, riconoscibile, perché c’era un cavo di un cellulare legato attorno. Da quel momento non ricordo più nulla”. In quel preciso istante l’incubo ha avuto inizio.
“Mi ricordavo ci fossero più uomini nella stanza, avevo allucinazioni talmente forti che vedevo la sua immagine moltiplicata, ho rischiato di morire”, ha detto la giovane.
Nei rari momenti di lucidità, la 18enne ha implorato più volte Genovese di lasciarla andare. Quando ha tentato di chiamare un taxi, ha subito l’ennesima aggressione da parte del suo carnefice: “Mi ha presa per i capelli, mi ha trascinata con violenza per le stanze e mi ha lanciata sul pavimento”.
Quando finalmente la ragazza è stata liberata è stata contattata dal braccio destro dell’Imprenditore, Daniele Leali: “Ha cercato di comprarmi. Mi ha proposto un accordo tra le due parti per addolcire la mia denuncia”.
L’arrivo in ospedale
Nel racconto c’è anche l’arrivo in ospedale: “Mi ricordo che sono stata ricoverata, ci hanno messo cinque secondi a capire che avevo subito una violenza. Era talmente evidente il danno che è partita la denuncia prima dall’ospedale che da me. Le dottoresse erano scioccate”.