Israele, la risposta all’Iran potrebbe essere imminente

Israele risponderà all’Iran e l’attacco potrebbe essere imminente” – ha dichiarato il Premier Benyamin Netanyahu, ma secondo alcuni analisti potrebbe  essere previsto nei prossimi giorni, ovviamente senza preavviso.

Teheran ha già messo in stato di massima allerta le sue difese aeree e ha annunciato che l’eventuale azione armata di Israele avrà una risposta molto dura. 

L’operazione decisa da Israele si scontra trova la forte opposizione degli USA e degli alleati che l’hanno affiancati nel neutralizzare il 99% dei proiettili lanciati da Teheran. Il Presidente Joe Biden ha ripetuto che –  “occorre evitare un’escalation in Medio Oriente” – in occasione dell’incontro con Primo Ministro iracheno alla Casa Bianca.

Il Portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale John Kirby, dopo che erano filtrate indiscrezioni su un possibile coordinamento tra Gerusalemme e Washington, ha voluto precisare che “il Governo israeliano deciderà da solo se ci sarà e quale sarà la risposta. Gli Stati Uniti non sono coinvolti” – ha sottolineato Kirby, definendo poi uno spettacolare fallimento l’offensiva di sabato di Teheran e smentendo le voci secondo le quali  Teheran avrebbe fornito agli USA tempi e target dei raid.

Non c’è altra scelta se non quella di rispondere all’attacco di Teheran” – ha detto il Ministro  della Difesa israeliano Yoav Gallant al Capo del Pentagono Austin, mentre il Comandante dell’Idf, Herzi Halevi, ha detto che  –  “la risposta ci sarà e il lancio di così tanti droni e missili sul nostro territorio avrà la sua risposta“.

Per il Gabinetto di guerra israeliano l’obiettivo è scegliere un’opzione che non sia bloccata dagli USA e che sia praticabile con i minori danni possibili. Israele, sottolineano molti analisti del Paese, non può ignorare del tutto le preoccupazioni, degli Stati Uniti e degli altri alleati occidentali, su un’escalation che avrebbe conseguenze devastanti per l’intera area geografica interessata dal conflitto.

Ci potrebbe essere o un contrattacco diretto sul territorio iraniano oppure operazioni che colpiscano gli alleati del regime degli ayatollah o ancora azioni mirate sui capi delle Guardie rivoluzionarie. Nella prima ipotesi, nel mirino di Israele potrebbero esserci i siti legati al nucleare iraniano il cui programma, secondo il Ptemier  britannico Rishi Sunak, non è mai stato a uno stadio così avanzato.

Il Ministro degli Esteri iraniano Hossein Amirabdollahian,  in un colloquio telefonico con l’omologo russo Serghei Lavrov, ha dichiarato che – l’attacco di sabato sera mirava ad avvertire, scoraggiare e punire il regime sionista. Ma se Israele intraprenderà una nuova azione contro l’Iran, dovrà affrontare una risposta molto più forte. Qualsiasi aggressione da parte di Israele o dei suoi sostenitori incontrerà una risposta più forte di prima” – riporta Iran Observer, e citando il Portavoce delle Forze armate iraniane si rivolge ai leader occidentali, precisando che – “Teheran non cerca di ampliare il conflitto, ma taglierà ogni mano che oltrepasserà i limiti”.

Benyamin Netanyahu, intervenendo ad una riunione dei Ministro del Likud ha detto che –  “l’Iran dovrà aspettare nervosamente senza sapere quando potrebbe arrivare l’attacco, proprio come ha fatto fare lo stesso a Israele – ed ha aggiunto – Israele risponderà all’attacco dell’Iran, ma lo farà in maniera saggia e non di pancia“.

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