Testimoni di Geova: donna di 70 anni condannata in Russia

Il tribunale russo di Abakan, mercoledì 24 febbraio, ha condannato Valentina Baranovskaja, di 70 anni, insieme a suo figlio, Roman Baranovskij, di 46 anni, rispettivamente a due e sei anni di carcere, per la loro religione: sono Testimoni di Geova.

L’anziana è la prima donna Testimone di Geova a essere stata condannata in Russia dal 2017.

Rachel Denber, Vicedirettrice della divisione di Human Rights Watch per l’Europa e l’Asia Centrale, ha affermato: “Si tratta di un vergognoso errore giudiziario. Nessuno dovrebbe essere incriminato, né tantomeno incarcerato, per aver preso parte a pacifiche attività religiose. Valentina Baranovskaja e suo figlio, Roman Baranovskij, non hanno fatto nulla di male, e dovrebbero essere rilasciati immediatamente. Le autorità russe devono porre fine alla campagna di persecuzione intrapresa contro i Testimoni di Geova”. Sulla stessa linea il Dipartimento di Stato degli USA: “Siamo sgomenti. La condanna di Valentina, vittima di un ictus a 69 anni, è particolarmente crudele”.

Da quanto riferiscono gli esperti, le persecuzioni dei Testimoni di Geova in Russia, è istigata dalla Chiesa Ortodossa. Ma anche dai gruppi “anti-sette”, collegati alla FECRIS, la Federazione Europea dei Centri di Ricerca e di Informazione sul Settarismo. Che difendono le vittime degli abusi delle sette e di tutti i gruppi costrittivi e totalitari in più di trenta paesi, cinque dei quali non europei.

L’Unione Europea, in data 23 luglio 2020, ha dichiarato di essere “preoccupata per la persecuzione dei Testimoni di Geova in Russia”. Affermando che “tutte le persone, compresi i Testimoni di Geova, devono essere in grado di esercitare pacificamente i propri diritti, compreso il diritto alla libertà di religione, di riunione pacifica e di espressione, senza discriminazioni”.

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