Operazione “Ehi bro’ n.p.t.”: identificati i responsabili della rissa a Gallarate

Sono stati identificati dalla Polizia di Stato di Varese, i responsabili della maxi rissa venuta nel centro di Gallarate l’8 gennaio scorso. All’esito di quanto raccolto durante le indagini, 70 agenti hanno dato esecuzione alle misure cautelari emesse dal GIP di busto Arsizio a carico di: due maggiorenni e 15 minorenni.

Sono state notificate, inoltre, a 26 dei 30 soggetti indagati gli atti procedurali tesi all’emissione di provvedimenti di prevenzione noti come “Daspo Willy”, che ha inasprito il regime sanzionatorio del delitto di rissa, dando facoltà al Questore di estendere i poteri di applicazione del Daspo Urbano nei confronti di tutti i partecipanti alla rissa, per il solo fatto della partecipazione.

Questi, avranno il divieto di accesso ai locali e agli esercizi pubblici del centro di Gallarate. Saranno per loro preclusi gli accessi a ristoranti, pasticcerie, gelaterie, bar ed esercizi similari, sale da ballo, sale da gioco e locali notturni proprio al fine di prevenire che, dalle loro condotte, possa derivare pericolo per la sicurezza pubblica. La violazione al provvedimento comporta la reclusione da 6 mesi a 2 anni e la multa da 8.000 a 20.000 euro.

Fra i giovani indagati, alcuni dei quali addirittura minori di anni 14 e per la legge non imputabili per i reati commessi, sono state accertate responsabilità per lesioni personali, favoreggiamento e porto di armi e oggetti atti ad offendere.

L’indagine ha consentito di comprendere che la rissa dell’8.01 è stata organizzata da due opposte fazioni, composte da soggetti di Varese/Malnate contro soggetti di Cassano Magnago/Gallarate, al fine di “regolare i conti” a seguito di una precedente rissa – della quale non erano state informate le forze di polizia – avvenuta solo pochi giorni prima.

A partire dalla stessa sera, i partecipanti alla rissa avevano cominciato a pubblicare sui propri profili di Instagram dei post relativi allo scontro, fomentando sui social la contrapposizione e coinvolgendo i rispettivi amici, giungendo a organizzare  a Gallarate un appuntamento in cui risolvere la contesa. Attraverso i social si è concretizzata una sorta di “chiamata alle armi” con tanto di invito di partecipazione all’adunata dell’8 gennaio a Gallarate, invito purtroppo accolto favorevolmente anche da molti giovani che quel giorno si sono recati a Gallarate senza neanche conoscere il vero motivo dell’appuntamento,

Le indagini hanno consentito di verificare che i soggetti provenienti da Varese/Malnate sono giunti a Gallarate muniti di numerosi oggetti, fra cui mazze, bastoni, coltelli e catene, con i quali hanno colpito alcuni dei ragazzi appartenenti alla opposta fazione, fra cui il minorenne che era poi stato soccorso dai passanti e, successivamente ricoverato in ospedale, aveva riportato lesioni giudicate guaribili in 7 giorni.

Durante le indagini, oltre alla gravità dei comportamenti realizzati da ciascun compartecipante alla rissa, è emersa una preoccupante inclinazione degli indagati a reiterare, platealmente e pericolosamente, concrete e violente azioni di gruppo accuratamente pianificate attraverso il classico tamtam veicolato sui più noti social network presenti in rete, finalizzato anche a organizzare il “terzo round” nei giorni scorsi nel Comune di Malnate, non realizzatosi solo grazie alla collaborazione delle istituzioni di quel Comune e alle immediate attività poste in essere dalla Polizia di Stato.

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