Nelle storie di fuga da Kabul c’è anche quella – ancora senza lieto fine – delle giocatrici della Nazionale giovanile di calcio femminile. Le ragazza (e i rispettivi famigliari) stanno affrontando in questi giorni la sfida più dura di sempre: mettersi in salvo, lasciando il Paese.
Gli sforzi per portarle via da Kabul sono tanti e in corso, ma hanno subito una battuta di arresto a causa dell’attentato all’aeroporto. Le giovani si spostano da un posto all’altro senza preavviso nel disperato tentativo di sfuggire ai talebani.
Sforzi in atto per portarle in salvo
“Sono solo ragazze incredibili che dovrebbero giocare nel cortile di casa, con i loro amici, e qui sono in una brutta situazione solo perché ‘ giocano a calcio“, ha detto Robert McCreary, ex Capo di Gabinetto del Congresso e funzionario della Casa Bianca sotto il presidente George W. Bush, che ha lavorato con le forze speciali in Afghanistan. E ha aggiunto: “Dobbiamo fare tutto il possibile per proteggerle e per portarle in una situazione sicura“.
La maggior parte dei membri della Nazionale femminile afghana, costituita nel 2007, è stata evacuata in Australia la scorsa settimana. Anche le ragazze – tra i 14 e 16 anni – e le loro famiglie, però, potrebbero essere prese di mira dai talebani. Questo non solo perché alle donne è vietato praticare sport, ma perché le giovani erano membri attivi delle loro comunità, come ha spiegato Farkhunda Muhtaj, capitano della squadra nazionale femminile dell’Afghanistan, che vive in Canada.
Le operazioni per la messa in salvo proseguono, ma a complicare lo sforzo di salvataggio è la dimensione del gruppo. Si tratta in tutto di 133 persone, di cui 26 giocatrici della squadra giovanile. Inoltre, molti non hanno passaporti o altra documentazione necessaria per imbarcarsi sui voli da Kabul.