GdF, condanna di omessi versamenti per 2,6 milioni di euro

In questi giorni si è conclusa  la vicenda giudiziaria che ha visto interessata una nota azienda ternana operante nel settore della fornitura di servizi in materia ambientale.

Le attività d’indagine, scaturite da un accertamento dell’Agenzia delle Entrate, venivano delegate ai militari del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Terni che hanno setacciato la posizione contabile dell’azienda evidenziando un debito nei confronti dell’Erario per oltre venti milioni di euro.

L’esito, favorevole all’ufficio requirente, riveste notevole importanza alla luce del successo, una volta tanto, per la parte offesa che  è lo Stato, inteso quale garante della legalità fiscale che impone a tutti i cittadini di contribuire alla spese per i servizi pubblici, pagando tasse e imposte e, in un periodo di drammatica sofferenza per tutte le categorie sociali alle prese con la pandemia, constatare che lo Stato c’è, senza dimenticare la confisca di quasi 3 milioni di euro che ritorneranno nelle case dello Stato. L’intervento della Procura di Terni, inoltre, ha garantito la continuità aziendale senza licenziamenti e, anzi, nuove assunzioni si sono avute e l’azienda ha registrato utili pagando, questa volta, regolarmente le tasse: business, legalità fiscale, occupazione.

L’azione penale, promossa in prima persona dal Procuratore della Repubblica di Terni, Dott. Alberto Liguori, che ne ha curato l’accusa nelle varie fasi processuali, ha visto la condanna ad un anno e quattro mesi di reclusione, pena sospesa, per l’imputato per l’omesso versamento di ritenute d’acconto operate sui dipendenti e l’omesso versamento dell’IVA dovuta all’Erario con la trasformazione del sequestro preventivo, già operato sui beni dell’azienda, in confisca definitiva per circa 3 milioni di euro, importo ridotto a seguito del decesso dell’altro imputato.

 

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