Alessandro Cocco, l’uomo ricoverato dopo vaccino J&J è morto

Alessandro Cocco non c’è l’ha fatta. L’uomo il 26 maggio era stato vaccinato con Johnson&Johnson, ma il 10 giugno, 11 giorni dopo l’inoculazione del siero l’uomo si è presentato in ospedale.

Poi la terapia intensiva dal 12 giugno per “un evento avverso di tipo ischemico che si è verificato in un periodo successivo alla vaccinazione” hanno spiegato i medici. Ma purtroppo Alessansro Cocco non si è più ripreso ed è morto. Da subito le sue condizioni erano apparse critiche, dal momento del ricovero. Quando è arrivato al pronto soccorso del Policlinico era già in terapia farmacologica prescritta in un altro ospedale “per trombosi venosa periferica“.

Dopo il ricovero il Policlinico ha segnalato il caso di sospetto evento avverso all’Aifa, l’Agenzia italiana per il farmaco. Secondo i familiari, alcuni parenti dell’uomo avevano avuto problemi nella coagulazione del sangue; è possibile che anche lui avesse un problema del genere, del quale non era consapevole.

Al momento non è possibile escludere complicazioni dovute ad altre eventuali patologie e si attende che siano i medici ad esprimersi, dopo aver effettuato tutti gli approfondimenti necessari in questi casi. 

Alessandro Cocco, che di mestiere faceva l’editore, si sarebbe dovuto sposare tra due giorni. La famiglia ha dato il via libera per l’asporto degli organi: cuore, fegato, reni e cornee. Il Centro regionale trapianti ha messo in moto la procedura nazionale; equipe chirurgiche sono arrivate da Udine e Palermo per il prelievo degli organi. Il tutto è avvenuto con la collaborazione multidisciplinare delle equipe delle unità operative di anestesia e rianimazione, di oculistica e del centro trapianti fegato-rene del Policlinico. 

Le cornee, come da protocollo nazionale, sono andate alla Banca degli occhi di Mestre. “Esprimo il mio personale cordoglio e quello dell’azienda Policlinico alla famiglia del donatore e profonda gratitudine per la sensibilità dimostrata con un gesto di solidarietà che offre una nuova possibilità di vita alle persone in attesa di trapianto, afferma in una nota il direttore generale del Policlinico, Giovanni Migliore. 

 

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