Anche la Russia cede al fascino dell’oro

La Banca Centrale Russa ha reso noti i dati di fine primo semestre dello scorso anno sulle proprie riserve, che ammontano complessivamente a poco meno di 594 miliardi di dollari. Dal loro esame si nota immediatamente che le riserve dell’oro, pari a un controvalore di 128,5 miliardi di dollari, costituiscono poco meno del 23% del totale di attività poste a riserva.

E, per inciso, il volume dei lingotti, che è quintuplicato tra il 2007 e il 2020, sfiora, ormai, le 2.300 tonnellate.

Quel che colpisce maggiormente chi analizza questi dati è il fatto che con questa crescita l’oro ha superato per importanza le attività di riserva in dollari USA (22,2%) detenute dalla Banca Centrale Russa.

Attività, che,  già tre anni fa, avevano dovuto cedere il loro primato originario; infatti, proprio  nel 2018, si era avuto il balzo delle  attività  in Euro cresciute di 10 punti percentuali ( dal 21,7% al 31,7%).

Alla fine dello scorso giugno le attività in Euro, pur con una lieve flessione rispetto a quel picco, costituivano, comunque, il 29,5% del totale nella classifica delle riserve, confermando ancora una volta il proprio primato.

Per completezza di informazione, infine, si ricorda che la Banca Centrale Russa,  sempre a quella data, deteneva attività di riserva in misura inferiore, sia in Yuan cinesi (12,2%) che in sterline (6%).

Quali sono le ragioni di questa propensione così marcata verso l’oro?

Si può convenire che esiste una significativa affezione delle Autorità russe per il metallo giallo.  Rientra in una tendenza generalizzata al consolidamento delle riserve auree, operato da tutte le Banche Centrali.

A questa ragione comune vanno, poi, aggiunti altri motivi specifici di spiegazione del fenomeno.

A cominciare da una comprensibile tendenza alla dedollarizzazione, favorita dalla autorità russe. Una tendenza  legata anche al persistere, da ormai un triennio, delle sanzioni economiche comminate dagli USA.

Infine, non si può dimenticare che la Russia è il terzo produttore mondiale di oro grazie ai propri giacimenti minerari di metallo giallo. L’aver puntato sull’oro è anche una logica conseguenza della crisi da Covid-19. Questa ha coinvolto anche i settori del gas e del petrolio di cui  la Russia è produttrice.

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