Gloria alla zona cesarini

Sono un assiduo lettore de “Il caffè” di Massimo Gramellini, dalla quale rubrica, apparsa sul “Corriere della Sera” del 21 gennaio u.s, prendo spunto per una riflessione. Il Sen. Lello Ciampolillo passerà alla storia per aver salvato il Paese, in un momento critico per il Governo. Il suo voto, preso per buono in zona cesarini (come si diceva una volta) e con l’aiuto del var, ha fatto lievitare il consenso, a favore della maggioranza, nell’ultima votazione al Senato, dando slancio a nuove ipotesi, pur di salvare l’attuale legislatura.

Non so, da pragmatico cittadino, se sia un bene o un male. Ma quello che vedo è la continuazione di un sistema che, nato dalla maldestra gestione del referendum (giusto nei contenuti!) da parte di Renzi, si è consolidato, come conseguenza di decisioni di fondo pasticciate, in un perenne stato di confusione e debolezza.

Faccio mio il pensiero espresso da Sabino Cassese in “La Repubblica” del 21 gennaio u.s.: “La Costituzione dispone che il Presidente del Consiglio mantiene l’unità dell’indirizzo politico – amministrativo. Finora ha mantenuto la molteplicità degli indirizzi nei tre governi preceduti: populista, antieuropeista e antiparlamentare; poi parlamentarista e europeista. Attendiamo ora la terza incarnazione. Se si passa, però, dalle dichiarazione alla lettura dei provvedimenti c’è continuità lungo tre linee: corporativa, spartitoria e di accollo dei costi alle future generazioni”.

Niente di più onestamente vero! Confesso una preoccupazione. Le ventilate spacchettature dei Ministeri, per gratificare i poco coerenti “volenterosi”, pronti a creare la quarta zampa del Governo con un nuovo gruppo di Centro, non saranno sufficienti per premiare il loro zelo.

Però, non preoccupiamoci. Entro l’estate ci saranno 500 nomine da fare, per rinnovare il CdA di numerosi enti e società di Stato. Ecco un bacino fertile per amicali sistemazioni, aldilà, evidentemente, del merito dal quale – e la storia di questi ultimi anni insegna – si può prescindere.

Comunque, siamo italiani e siamo da sempre disponibili a tutto! Per pietà, risparmiateci almeno il quotidiano mantra, caro ai nostri politici: lavoriamo nell’interesse dei cittadini e per le future generazioni. Se aggiungiamo “lo sviluppo del Mezzogiorno” completiamo il quadro!

Grato per l’ospitalità.

N.V.

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