Nella mattinata odierna, i Carabinieri del Comando Provinciale di Avellino hanno arrestato 11 persone. In particolare, 4 finiscono in carcere, 4 ai domiciliari, una dell’obbligo di dimora e due della sospensione dall’esercizio della professione di consulente per infortunistica stradale. Tutti sono gravemente indiziati per “associazione per delinquere” finalizzata alla “truffa in danno di istituto di assicurazione”, nonché di “falsità materiale ed ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici”.
L’attività di indagine ha consentito di disvelare l’esistenza di tre distinti gruppi criminali per un totale di 267 persone coinvolte. L’organizzazione risulta aver precostruito 74 falsi sinistri stradali. Si parla di un potenziale danno economico alle compagnie assicurative coinvolte pari a circa 600mila euro. Di questi 270mila circa già liquidati a favore delle false vittime degli incidenti.
3 gruppi, 267 persone, 74 falsi sinistri, danni per 600mila euro
Il protocollo operativo dei gruppi era, tuttavia, simile. I falsi sinistri erano inscenati in aree prive di sistemi di videosorveglianza. Le lesioni, procurate al fine di supportare le richieste risarcitorie, andavano dalle ipotesi più lievi delle ecchimosi o delle abrasioni fino a quelle più gravi della rottura dei denti o delle lesioni agli arti. A tal fine, gli indiziati assodavano soprattutto persone in precarie condizioni economiche, in alcuni casi anche minorenni o soggetti affetti da gravi patologie. Questi ultimo acconsentivano a subire lesioni di particolare gravità, con la promessa che il risarcimento assicurativo sarebbe stato tanto più consistente quanto più gravi fossero state le lesioni.
Nella rete anche 17 medici, 3 avvocati e 2 titoli di studi di infortunistica stradale
Nella rete c’erano anche 17 medici, indagati per aver rilasciato attestazioni false circa le lesioni subite dalle vittime, 3 avvocati, 2 dei quali destinatari della misura restrittiva degli arresti domiciliari e di 2 titolari di studi di infortunistica stradale, destinatari del provvedimento di inibizione all’esercizio dell’attività professionale.
Nella stessa operazione anche il sequestro preventivo di beni mobili ed immobili. Il tutto per la somma concorrente di 273mila euro, nei confronti di 10 degli indagati, ritenuti i promotori e gli organizzatori dei sodalizi.