La Banca Centrale Europea, nel nuovo bollettino economico, scrive che le prospettive per la crescita economica e l’inflazione restano estremamente incerte. Sulla crescita pesano la guerra e i possibili effetti della stretta monetaria più forti delle attese. L’inflazione continua a diminuire, ma ci si attende ancora che rimanga troppo elevata per un periodo di tempo prolungato. Il Consiglio Direttivo è determinato ad assicurare il ritorno tempestivo dell’inflazione all’obiettivo del 2 per cento nel medio termine.
L’incremento dei tassi rispecchia la valutazione, da parte del Consiglio Direttivo, delle prospettive di inflazione, della dinamica dell’inflazione di fondo e dell’intensità di trasmissione della politica monetaria. Gli andamenti osservati dopo la riunione del 15 giugno confermano l’aspettativa che l’inflazione si ridurrà ulteriormente nel resto del 2023, ma si manterrà su un livello superiore all’obiettivo per un prolungato periodo di tempo. Sebbene alcune misure mostrino segnali di allentamento, l’inflazione di fondo rimane nel complesso elevata. I passati aumenti dei tassi di interesse continuano a trasmettersi con vigore: le condizioni di finanziamento si sono inasprite nuovamente e frenano in misura crescente la domanda, che rappresenta un fattore importante per riportare l’inflazione all’obiettivo.
Le decisioni future del Consiglio direttivo assicureranno che i tassi di interesse di riferimento della BCE siano fissati su livelli sufficientemente restrittivi finché necessario, al fine di conseguire un ritorno tempestivo dell’inflazione all’obiettivo del 2 per cento nel medio termine. Il Consiglio direttivo continuerà a seguire un approccio guidato dai dati nel determinare livello e durata adeguati dell’orientamento restrittivo. In particolare, le decisioni sui tassi di interesse seguiteranno a essere basate sulla valutazione delle prospettive di inflazione alla luce dei dati economici e finanziari più recenti, della dinamica dell’inflazione di fondo e dell’intensità della trasmissione della politica monetaria.
Il Consiglio direttivo ha inoltre deciso di fissare la remunerazione delle riserve obbligatorie allo 0 per cento. Questa decisione preserverà l’efficacia della politica monetaria, mantenendo l’attuale grado di controllo sull’intonazione di quest’ultima e assicurando la completa trasmissione delle decisioni sui tassi ai mercati monetari. Allo stesso tempo, la decisione migliorerà l’efficienza della politica monetaria, riducendo l’ammontare complessivo degli interessi da corrispondere sulle riserve, al fine di dare attuazione all’orientamento adottato.
(Fonte Banca d’Italia)