Bollettino del 5 marzo: il virus accelera. 24.036 positivi e 297 vittime

Secondo i dati del Ministero della Salute, in Italia oggi 5 marzo, sono stati superati i 3 milioni di casi di Coronavirus accertati da inizio epidemia. Oggi infatti i positivi sono 24.036 che portano il totale a 3.023.129. Le vittime nelle ultime 24 ore sono 297, a fronte delle 339 di ieri. Dall’inizio dell’emergenza sono morte 99.271 persone.

I tamponi molecolari e antigenici per il coronavirus effettuati nelle ultime 24 ore sono 378.463 mentre ieri erano stati 339.635. Il tasso di positività è del 6,3%, in calo di 0.4 rispetto al 6,7% di ieri.

Sono 2.525 i pazienti in terapia intensiva per il Covid-19. 50 in più rispetto a ieri nel saldo quotidiano tra entrate e uscite. Gli ingressi giornalieri in rianimazione, secondo i dati del Ministero della Salute, sono 222. Nei reparti ordinari ci sono invece 20.374 persone, in aumento di 217 unità in un giorno.

La conferenza stampa dell’Iss del 5 marzo

Il Presidente dell’Istituto superiore di sanità Silvio Brusaferro, ha dichiarato: “La curva segnala una ricrescita dei casi in Italia, ma la ricrescita non è solo in Italia. Nelle ultima settimane c’è un dato di crescita in Italia e anche l’incidenza sta salendo. Il contagio in questo momento avviene soprattutto a livello familiare. Questo è un elemento importante”.

Brusaferro ha aggiunto: “C’è uno scenario di progressione rapida della diffusione del virus. Ci avviciniamo alla soglia di allarme di 250 casi per 100mila abitanti, che rende necessarie misure tempestive. Questa soglia è stata superata in 5 regioni. Altre la supereranno nella settimana corrente. Bisogna intervenire in maniera tempestiva e radicale per contenere le varianti del virus”.

Il Direttore della Prevenzione del Ministero della salute, Gianni Rezza, ha dichiarato: “La variante brasiliana era presente in più del 4% dei ceppi isolati in Italia. Ma ci preoccupa un pò di più e bisogna fare uno sforzo maggiore per contenerla. Per questo come cabina di regia abbiamo invitato tutte le regioni dove è presente a implementare misure di restrizione e contenimento maggiori. Il momento è critico rispetto alla tendenza dell’epidemia ma possiamo intervenire tempestivamente anche dando impulso alla campagna vaccinale”.

Rezza ha poi aggiunto: “Adesso si stanno vaccinando gli over-80 e le regioni stanno iniziando a vaccinare gli iper-vulnerabili. A mano mano che avremo più dosi verrà meno il criterio delle categorie e si offrirà il vaccino alla popolazione intera in modo più flessibile. Ciò oltre a prevedere una scorta nazionale per le situazione più a rischio per varianti o incidenza più elevata”. 

L’incidenza nazionale sfiora ad oggi 5 marzo, i 200 per 100.000 abitanti con una previsione di ulteriore peggioramento. Nei prossimi giorni potrebbe raggiungere quota 250. L’incidenza nazionale nella settimana di monitoraggio, quindi, si allontana da livelli (50 per 100.000) che permetterebbero il completo ripristino sull’intero territorio nazionale dell’identificazione dei casi e tracciamento dei loro contatti.

L’Rt medio nazionale raggiunge quota 1,06

Dieci Regioni/PPAA hanno un Rt puntuale maggiore di 1 di cui una, il Molise, ha un Rt con il limite inferiore superiore a 1,25, compatibile con uno scenario di tipo 3. Delle altre nove, sei hanno un Rt nel limite inferiore compatibile con uno scenario di tipo 2.

Ospedali sempre piu’ sotto stress

Peggiorano le Regioni/PPAA che hanno un tasso di occupazione in terapia intensiva e/o aree mediche sopra la soglia critica del 30%. Sono 9 Regioni/PPAA contro le 8 della settimana precedente. Il tasso di occupazione in terapia intensiva a livello nazionale è complessivamente in aumento con il 26% contro il  24% della scorsa settimana. Complessivamente, il numero di persone ricoverate in terapia intensiva è in netto aumento. Anche il numero di persone ricoverate in aree mediche è in aumento, passando da 18.295 a 19.570.

Tra marzo e dicembre 2020 si sono osservati 108.178 decessi in più rispetto alla media dello stesso periodo degli anni 2015-2019, volendo stimare l’impatto dell’epidemia Covid-19 sulla mortalità totale. Nel 2020 il totale dei decessi per il complesso delle cause è stato il più alto mai registrato nel nostro Paese dal secondo dopoguerra: 746.146 decessi, 100.526 decessi in più rispetto alla media 2015-2019.

Dall’inizio dell’epidemia e fino al 31 dicembre 2020 l’incidenza dei decessi Covid-19 sulla mortalità per il complesso delle cause per ripartizione tra aree geografiche e’ stata del14,5% al Nord, del 6,8% al Centro e del 5,2% nel Mezzogiorno. Le fasce di età sono: 4,6% del totale nella classe 0-49 anni, 9,2% in quella 50-64 anni, 12,4% in quella 65-79 anni e 9,6% in quella di ottanta anni o più

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