Braccio di ferro USA – Russia anche sulle forniture di gas

Il Governo di Mosca sembrerebbe intenzionato a  prolungare il  braccio di ferro che ha già portato alla luce qualche crepa tra americani ed europei. Intanto, come da copione,  arriva il sostegno esplicito della Cina e Vladimir Putin allarga il gioco anche verso la Turchia, dicendo di accettare una mediazione del presidente Recep Tayyip Erdogan.

Gli  USA, nel frattempo,  lavorano anche su Pechino, cercando di usare la sua influenza con la Russia per scoraggiare un’invasione dell’Ucraina. “Invitiamo Pechino a usare la sua influenza con Mosca per sollecitare la diplomazia perchè se ci sarà un conflitto in Ucraina non sarà un bene neppure per la Cina“, ha detto il Portavoce del Dipartimento degli Esteri Ned Price.

Intanto il rifiuto  di Washington e del Patto Atlantico di garantire uno stop all’espansione a est della Nato è stato giudicato da Mosca una  risposta non positiva, dichiara il Ministro degli Esteri Serghei Lavrov, aggiungendo però che su altre questioni secondarie è possibile “un dialogo serio“. L’alusione è quasi certamente alla  riduzione dei missili in Europa e sulla trasparenza delle esercitazioni militari.


La Russia non risponderà immediatamente“, fa sapere il Portavoce del Cremlino Dmitry Peskov. Mosca, dunque, aspetta di vedere se la paventata “unanimità totale” tra Europa e USA  reggerà all’innalzamento costante della tensione, o se invece cominceranno a prevalere i i timori per un’incrinatura negli importanti rapporti economici con Mosca e, soprattutto, per un possibile venir meno degli approvvigionamenti di gas russo.

Il Paese più esposto appare la Germania e  l’Agenzia Stampa  Tass ricorda che a breve è previsto un incontro online tra grandi imprese tedesche e Putin, proprio come quello, condannato dalla UE, che ha visto protagonisti alcuni dei maggiori gruppi industriali italiani. Ma Mosca fa pressioni soprattutto perché venga attivato il Nord Stream 2, il gasdotto costato 11 miliardi di dollari che raddoppierebbe le importazioni dalla Russia, mentre gli USA si oppongono alla messa in funzione.

La Ministra degli Esteri tedesca Annalena Baerbock ha detto al Bundestag che se  l’Ucraina verrà invasa, la Germania appoggerà sanzioni che blocchino anche il nuovo gasdotto e questo sarà un tema delicato di cui parlerà il prossimo 7 febbraio il cancelliere tedesco Olaf Scholz durante una visita a Washington. Biden ha assicurato nei giorni scorsi che sta lavorando a un piano attraverso la collaborazione con altri produttori, come il Qatar, che ha trovato consensi positivi anche nella Presidente della Commissione Europea Von der Leyen. Trattaive che inducono Mosa  a sospettare  che l’obiettivo degli Stati Uniti sia sottrarre alla Russia il mercato europeo.

Vladimir Putin ha accettato l’invito a recarsi in Turchia per discutere della crisi ucraina lanciatogli dal Pesidente Erdogan che sembrerebbe cercare cerca insistentemente un ruolo da mediatore nello scontro tra Mosca e Kiev. Ma, ultimamente, Erdogna  sembrerebbe disponibile ad un maggiore avicinamento con  l’Occidente, con il rischio, però,  di compromettere lo storico rapporto costruito faticosamente con la Russia.

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Redazione

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