Buone le prospettive per i social e i green bonds anche in Italia

Nel mercato europeo delle obbligazioni sta sicuramente crescendo il ruolo dei social bonds e dei green bonds, anche per la maggiore attenzione riposta dagli investitori istituzionali rispetto alle questioni ambientali e della sostenibilità economica.

Non è estraneo a questo fenomeno di diffusione e di crescente interesse l’Italia con consensi testimoniati, secondo fonti dell’Associazione Bancaria Italiana, dal 5° posto che il nostro Paese ha registrato in Europa nella classifica degli emittenti di questa specie di strumenti finanziari.

Una tendenza, che sembra confortata dall’accelerazione registrata nel biennio 2019-’20 con una raccolta complessiva che ha superato i due miliardi di euro. Risorse che sono state meritoriamente indirizzate a finanziare qualificati progetti dedicati alle energie rinnovabili, all’efficienza energetica e all’economia circolare.

Alla luce di questo andamento ci si può chiedere, pertanto, quale sarà il futuro prossimo di queste obbligazioni. E la risposta a questo interrogativo delinea uno scenario decisamente favorevole ad una loro ancor più accentuata diffusione.

Due sono, almeno nel breve termine, le ragioni che confortano questa previsione. Da un lato l’emergenza sanitaria, causata dalla pandemia da Covid’19, si rivelerà un propellente formidabile per gli investimenti sociali finalizzati al sostegno della ricerca medica e dell’assistenza sanitaria.

Dall’altro l’introduzione dal prossimo mese di marzo di un nuovo quadro normativo sugli obblighi informativi dei partecipanti ai mercati finanziari, in ottemperanza al Regolamento Europeo sugli Investimenti ESG n. 2088/19, è destinata, secondo l’ABI, ad avere grande importanza per gli intermediari e per gli investitori; definendo “regole standard molto rigorose sull’informativa legata alla sostenibilità degli investimenti per assicurarne la loro correttezza e la diffusione”.

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