Arrivano i primi risultati dell’autopsia eseguita oggi sul giovane Emanuele Melillo l’autista 33enne del bus deceduto nel grave incidente stradale avvenuto a Capri.
“Dagli accertamenti eseguiti oggi è emerso che le cause del decesso sarebbero riconducibili a ‘lesioni multiple agli organi toraco-addominali: al momento, quindi, sembrerebbe escluso che il decesso sia stato causato da un malore o da una patologia” racconta l’avvocato Giovanna Cacciapuoti, legale della famiglia della vittima. “Ad ogni modo bisogna attendere l’esito degli esami istologici al cuore e al cervello e di quello tossicologico; questo per avere un quadro più chiaro” ha continuato l’avvocato Cacciapuoti.
L’incarico per l’autopsia è stato conferito in mattinata al medico legale Marta Moccia, negli uffici della Procura di Napoli. Le operazioni peritali, alla presenza del consulente di parte dottor Francesco Paciolla, sono iniziate intorno alle 13, nel Secondo Policlinico di Napoli e si sono concluse intorno alle 15.
La salma di Emanuele Melillo non potrà ancora essere riconsegnata alla famiglia. Il Sostituto Procuratore di Napoli Domenico Musto si è pronunciato contro l’istanza di cremazione della salma. Il corpo dell’autista del bus resterà sotto custodia nel Secondo Policlinico in attesa di eventuali ulteriori approfondimenti che, al momento, non possono essere esclusi.
La sorella di Emanuele Melillo l’autista del bus non crede al malore e pensa alle nipoti
La sorella di Emanuele Melillo, non crede alla prima versione che circolava in questi giorni ovvero quella che voleva il fratello vittima di un malore improvviso; “Era in perfetta forma, il ritratto della salute, stava benissimo. Aspettiamo i risultati dell’autopsia perché vogliamo capire cosa é successo e perché. Tante volte ci siamo ritrovati a leggere su un giornale di una famiglia che perde un figlio, ma questo dolore atroce vissuto non è spiegabile. E almeno vogliamo sapere il motivo di tutto questo. Siamo rimasti senza il sorriso, la bontà, la positività di un ragazzo amato e rispettato da tutti. Il suo motto era: chi siamo noi per giudicare, solo Dio può farlo. E noi seguiremo la sua parola e il suo esempio“.
Il giovane autista del bus precipitato era padre di una bimba di 11 anni e sarebbe dovuto diventare padre per la seconda volta tra qualche mese. La sorella di Emanuele dice “sosterremo Rosaria in ogni modo. Questa casa è la loro casa. Lui vivrà in questo bimbo, lei è di tre mesi e non sappiamo ancora se è un maschietto o una femminuccia, che consideriamo come l’eredità che ci ha lasciato mio fratello. Per quanto riguarda Zaira, la prima figlia di Emanuele, abbiamo avvisato subito la sua mamma che sceglierà come dirle che il papà non c’è più, magari con il supporto di uno psicologo. Zaira va tutelata: se per noi quello che è successo è drammatico, immaginiamo per una bambina“.
Arrivano i controlli a freni e ringhiera
Dopo questo primo esito, gli inquirenti ora vogliono spostano la loro attenzione anche su ringhiera e freni del bus che il ragazzo guidava. Durante le primissime fasi investigative condotte dal Pm Maurizio De Marco e dal aggiunto Pierpaolo Filippelli nel corso del loro sopralluogo della ringhiera che ha ceduto giovedì mattina a Capri la Procura ha constatato che la ringhiera era arrugginita; infatti non ha opposto alcuna resistenza rispetto all’arrivo del bus che è giusto ricordare era in salita e viaggiava a una velocità decisamente contenuta.
Altro aspetto da approfondire riguarda invece le condizioni del bus, per capire come hanno funzionato i freni, quali fossero le condizioni delle ruote del mezzo. Stando a una primissima ricognizione, sembra che il bus franato sul lido non fosse vetusto e di recente acquistato da parte della Regione.