Cala Cimenti, leggenda dell’alpinismo, è venuto a mancare

È venuto a mancare l’alpinista Carlo Alberto Cimenti, meglio conosciuto con il soprannome “Cala”. L’uomo, assieme ad un amico che era con lui, Patrick Negro, è stato travolto questo pomeriggio da una valanga, mentre stava facendo un escursione sulla montagna Cima del Bosco. A San Valentino avrebbe compiuto 46 anni.

I tecnici del Soccorso Alpino e Speleologico Piemontese sono stati allertati dai Carabinieri di Sestriere ed è subito partita la macchina dei soccorsi.

I soccorsi

Sul luogo del incidente è stata inviata l’eliambulanza, con a bordo un tecnico e l’unita cinofila del Soccorso Alpino. In pochissimo tempo hanno individuato il segnale dell’Artva, Apparecchio per la Ricerca del Travolto da Valanga, che i due uomini portavano con loro. Durante questo lasso di tempo, l’eliambulanza è riuscita a trasportare sulla montagna due squadre miste del Soccorso Alpino Civile e del Soccorso Alpino della Guardia di Finanza.

Grazie al utilizzo delle sonde, i soccorritori hanno rinvenuto i corpi di Cala e Patrick, sprofondati sotto oltre 2 metri di neve. Dopo un estenuante scavo, le salme sono state disseppellite e caricate sul toboga per il trasporto a valle a cui ha partecipato una squadra di tecnici sopraggiunti con gli sci.

Patrick Negro, aveva 50 anni e due figli. Era un ex volontario del Soccorso Alpino e lavorava alla Sestrieres SPA, la società che gestisce gli impianti del comprensorio Vialetta, che, nel 2006, hanno ospitato le Olimpiadi Invernali.


Chi era Cala

Cala Cimenti era una leggenda nel mondo alpino. Nel 2019 aveva scalato la vetta del Nanga Parbat, nel Karakorum pakistano, dedicando l’impresa alla moglie Erika: “Sono sdraiato in cima al mondo e piango e rido e ti amo”.

Due settimane dopo aveva conquistato la cima del Gasherbrum VII insieme al compagno Francesco Cassardo. Nella discesa Cassardo era scivolato per un centinaio di metri, Cala Cimenti l’aveva raggiunto fino all’arrivo dei soccorsi.

Sul suo profilo Facebook Cala aveva scritto: “Scalare montagne, possibilmente per scenderle con gli sci ai piedi, viaggiare, sempre in alto”.

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