Due delle più grandi case automobilistiche del mondo, Ford e Toyota, hanno annunciato la chiusura temporanea delle loro fabbriche in Canada a causa delle proteste dei camionisti no-vax che stanno bloccando l’arrivo di componenti. Anche il gruppo Stellantis, che controlla Fiat Chrysler, ha annunciato ritardi nella produzione nella sua fabbrica in Ontario per la mancanza di pezzi.
I camionisti stanno bloccando da giorni l’Ambassador Bridge, il più importante valico di frontiera tra Usa e Canada, dove passa circa un quarto del commercio tra i due Paesi. Si stima che la paralisi del commercio costerà 300 milioni di dollari al giorno. Le proteste contro le restrizioni imposte per contenere la pandemia, che in Canada sono state promosse dai camionisti, si allargano anche ad altri Paesi, come Nuova Zelanda, Stati Uniti e Francia.
La Polizia di Parigi ha annunciato che oggi vieterà i cosiddetti ‘convogli della libertà’ nella capitale francese. Il Segretario di Stato francese agli Affari Europei, Clément Beaune, intervistato dalla tv francese LCI, ha bollato come “Convogli della vergogna “così i cosiddetti ‘Convogli della Libertà’ in marcia verso Parigi. Si tratta di una nuova forma di protesta contro le restrizioni sanitarie anti Covid sul modello del ‘Freedom convoy‘ lanciato dai camionisti in Canada. “Non sono convogli della libertà, quei convogli sono convogli della vergogna e dell’egoismo, non sono patrioti, ma irresponsabili” ha ammonito Beaune.
Negli Stati Uniti, invece, e’ stato organizzato il “People’s Convoy“, un convoglio di mezzi pesanti che si radunera’ il 4 marzo in California per dirigersi poi verso la capitale americana. La mobilitazione, sostenuta da influencers di estrema destra e politici conservatori, compreso Donald Trump, ha guadagnato l’attenzione dei gruppi estremisti e suprematisti. I camionisti no vax americani potrebbero tentare di paralizzare Los Angeles nel weekend in occasione del Super Bowl, prima di dirigersi nella capitale americana nel giorno in cui il presidente Joe Biden terrà il suo discorso a Camere riunite sullo Stato dell’Unione, previsto il primo marzo.
Scontri in Nuova Zelanda tra no vax e Polizia durante lo sgombero di un presidio davanti al Parlamento, con oltre 50 arresti. La polizia ha deciso di intervenire dopo tre giorni di assedio e vari tentativi di sciogliere l’assembramento pacificamente; gli attivisti, circa 150, hanno cantato l’haka maori e opposto resistenza. Gli agenti sono stati presi a pugni e calci tra grida di “questa non è democrazia, vergognatevi e non obbedite agli ordini“.