La Repubblica di Castrovillari ha chiesto il rinvio a giudizio per Isabella Internò. La donna è accusata dell’omicidio dell’ex fidanzato, il calciatore del Cosenza Donato “Denis” Bergamini, morto il 18 novembre 1989 sulla Statale 106 nei pressi di Roseto Capo Spulico, nel Cosentino. Prossima udienza, il 2 settembre.
L’accusa: narcotizzato, asfissiato e adagiato sulla Statale
Il capo d’accusa che pende sulla testa di Isabella Internò è di omicidio aggravato da premeditazione e futili motivi. Secondo quanto ricostruito dall’accusa, Isabella Internò, insieme ad altre persone “rimaste ignote“, avrebbe narcotizzato e poi asfissiato meccanicamente Bergamini. Una volta morto, lo avrebbe adagiato sulla Statale calabrese così da inscenare l’investimento, che infatti avviene di lì a poco. Bergamini infatti in un primo tempo viene dato come vittima di un’incidente stradale per mano di Raffaele Pisano alla guida del suo autocarro. Pisano viene accusato di omicidio colposo e poi assolto. Successivamente, si paventa l’idea di un suicidio.
Dopo 30 anni riaperta l’inchiesta. Lo uccise perché la voleva lasciare
Nonostante siano ormai trascorsi tanti anni, i famigliari di Bergamini non sono mai stati convinti della posizione della Internò. Per questo Donata Bergamini e Maria Zerbini, sorella e madre del calciatore, fanno richiesta affinché l’inchiesta si riapra. Lo fa l’ex Procuratore di Castrovillari Eugenio Facciolla, poi succeduto dal PM Luca Primicerio. In questa nuova inchiesta, è stata archiviata la posizione di Pisano e quella del marito della Internò che in un primo momento era risultato indagato per favoreggiamento in relazione alle dichiarazioni fornite dalla moglie in fase di escussione come teste. Confermata per l’accusa la posizione di Isabella Internò che, a loro dire, avrebbe ucciso Bergamini perché non accettava la decisione presa dal calciatore di interrompere la loro relazione.