Il Covid si porta via un altro atleta giovane e nel pieno delle forze. Dal Cile arriva la tragica notizia della morte di Cristopher Mansilla, ciclista professionista che avrebbe compiuto 31 anni tra pochi giorni, il 24 maggio.
Mansilla aveva partecipato ai Mondiali su pista nel 2012, ma è nei Giochi Panamericani su pista che aveva raccolto i risultati più importanti, onorando al meglio la bandiera del suo Cile. Due ori nell’Americana (2011 e 2012), un argento nell0 Scratch (2011) e un altro nell’Omnium (2014), oltre a due bronzi nello Scratch (2014 e 2015).
Il ciclista è morto a causa di una trombosi polmonare conseguente al COVID-19, pochi giorni dopo aver annunciato che sarebbe stato messo in coma indotto. Davvero tragico il suo ultimo messaggio su Facebook. Un post del 7 maggio in cui la speranza di chi si aggrappa alla vita va a braccetto con la paura che la fine fosse vicina: “Mi indurranno in coma a causa del problema ai polmoni che mi affligge. Vediamo se questo corpo non è arrugginito e può svegliarsi ancora una volta. Posso solo ringraziare la mia famiglia, il mio fratellino, mamma e papà per tutto, e gli amici per il loro sostegno. Con questo vi saluto fino alla fine di questa tappa decisiva. Saluti e benedizioni a tutti”.
Mansilla non si è più risvegliato. La tragica fine del ciclista ha colpito profondamente il Cile ed il Ministro dello Sport ha espresso il cordoglio del Paese: “Siamo profondamente dispiaciuti per la partenza del nostro amato ciclista Cristopher Mansilla, che ci ha lasciato ieri sera quando aveva solo 30 anni”.
Anche il Comitato Olimpico cileno ha pubblicato un messaggio sui propri account social: “Riposa in pace. Dal Team Chile ci rammarichiamo per la morte di Christopher Mansilla, un eccezionale ciclista di soli 30 anni e pluripremiato panamericano”.