Titolo con evidente licenza poetica e con un virtuale permesso da parte dell’autore. Aria di tempesta, rischio di naufragio ed ennesima caduta istituzionale del Governo che, dopo la nomina a Commissario per l’Emergenza Sanitaria in Calabria di Giuseppe Zuccatelli e le successive dimissioni di quest’ultimo, dopo le rivelazioni della stampa riguardanti le critiche che lo stesso Zuccatelli aveva mosso alle misure adottate dal Governo per il contenimento del virus, giunge la nomina del suo successore: l’ex rettore dell’Università La Sapienza di Roma, professor Eugenio Gaudio.
Passano poche ore dall’annuncio ed è lo stesso Gaudio che fa sapere di voler rinunciare perchè, a suo dire, la moglie non intende trasferirsi a Catanzaro, ma, più verosimilmente, ipotizziamo noi, per il disagio procuratogli dalle notizie apparse sulla stampa nazionale di una maxi inchiesta ancora aperta da parte della magistratura di Catania e che lo vedrebbe coinvolto nella gestione di alcuni concorsi universitari dell’ateneo siciliano.
Ma non è tutto, perchè recentemente, a ragione o a torto, Gaudio è stato destinatario di accuse di sessismo da una petizione firmata da accademiche, professioniste e ricercatrici che lo ritenevano responsabile di essere stato membro della giuria del concorso nazionale “Miss università”, fatto questo che, secondo loro, non sarebbe stato compatibile con il suo ruolo istituzionale. Gaudio si difese affermando: “Sono perplesso”.
Intanto, sorride probabilmente Gino Strada, chiamato in causa dal Governo e messo a confronto con lo stesso Gaudio, che gli è stato inspiegabilmente preferito e inspiegabilmente, non per far torto all’ex Magnifico Rettore, ma per la pluriennale esperienza di Strada nella gestione delle grandi emergenze sanitarie, sia in Italia che all’estero.
Ora, nonostante il tentativo fallito in partenza, di dirottare l’attenzione dei media sulle minacce anonime di morte pervenute al Portavoce del Presidente del Consiglio Rocco Casalino, per il Premier ed il suo Staff non ci si può che attendere il proverbiale non c’e’ due senza tre e nell’attesa, con licenza poetica, viene da chiederci… “il naufragar c’è dolce in questo mare”?