Cosa accadrà nel “dopo Putin” e chi potrebbe succedergli

Mentre oggi e domani il popolo russo è chiamato a esprimere il voto per la nomina del nuovo capo della Federazione Russa, sono molti quelli che prevedono che quando Vladimir Putin lascerà il potere, ci sarà una lotta per il potere aspra e caotica. “I giorni, i mesi e gli anni successivi alla partenza di Putin potrebbero essere ancora più turbolenti di quanto ci si aspetta” – ha dichiarato Robert Person, un esperto di Russia presso l’Accademia militare degli Stati Uniti, secondo cui tuttavia una lotta per il potere non significa che il sistema alla fine cambierà.

Uno dei ‘segreti’ della longevità di Putin al potere è il suo stile di leadership che non ammette rivali e per il mantenimento del potere Putin non ha esitato a ricorrere ai metodi forti. Alexei Navalny, la figura dell’opposizione più forte e carismatica degli ultimi anni, è morto in una colonia penale artica il mese scorso. Altri potenziali rivali sono stati addirittura uccisi, come Boris Nemtsov, assassinato a colpi di arma da fuoco a Mosca nel 2015.

Medesima sorte negli anni è stata riservata anche a chi si riteneva fosse suo alleato. Come il Capo della Wagner, Yevgeny Prigozhin, morto nello schianto di un aereo due mesi dopo la sua rivolta. Persino i suoi rivali nominali alle elezioni di questo fine settimana, Ekaterina Duntsova e Boris Nadezhdin, sono stati esclusi dal ballottaggio per motivi tecnici.

Dal momento che il putinismo non ammette rivali, finora c’è stato poco spazio per possibili eredi. Uno dei suoi alleati più stretti è Dmitry Medvedev, ora vice presidente del Consiglio di sicurezza russo. Medvedev è stato presidente della Russia tra il 2008 e il 2012, mentre Putin era primo ministro, in una leadership ‘a tandem’ ideata per aggirare i limiti del mandato. E che vennero modificati definitivamente nel 2021.

Un tempo considerato una sorta di versione ‘riformista’ di Putin, Medvedev ora è noto per il nazionalismo aggressivo e le dichiarazioni derisorie sull’Ucraina e sull’Occidente. Il contenuto folle di alcuni suoi messaggi spesso sciocca, anche se alcuni analisti sostengono che Medvedev svolga un ruolo studiato a tavolino di “clown di corte” per far sembrare Putin più moderato.

Tra i possibili candidati alla sua successione c’è l’attuale primo ministro, Mikhail Mishustin, oppure dei leader militari come il ministro della Difesa, Sergei Shoigu, anche se entrambi mancano di sostegno popolare. Al contrario del sindaco di Mosca, Sergei Sobyanin, che però potrebbe pagare il fatto di guidare la città dove il partito Russia Unita è meno forte.

Nikolai Patrushev, segretario del Consiglio di sicurezza russo, è considerato molto potente, ma sua figura è rimasta dietro le quinte fino all’invasione dell’Ucraina, quando la sua retorica da falco lo ha reso una voce di spicco. Il governatore della regione di Tula, Alexei Dyumin, non è molto conosciuto in Occidente, ma il suo passato di ex guardia del corpo personale di Putin, promosso ad alti livelli militari, ha portato a ipotizzare che potrebbe essere uno dei favoriti alla successione.

Tra tutti questi nomi, resta difficile anche ipotizzare uno scenario in cui il potere resti in famiglia. Ufficialmente, il Presidente russo ha due figlie, entrambe accademiche. Ma finora non è arrivata alcun segnale che faccia ipotizzare per una delle due una futura leadership.

(Foto da screenshot video)

Condividi
Per informazioni scrivere a: info@tfnews.it