Setta

Costume e Società: perché interessa più il gossip della politica

Dobbiamo  ammeterlo: l’Italia non sta vivendo un bel periodo. Analizzando attentamente e con estrema lucidità il nostro Paese sta tornando indietro invece che andare avanti.

E a dirlo sono i dati statistici sull’istruzione, sulla cultura, sulla sanità e soprattutto in politica. Non parliamo di mesi, qui si parla di anni. Legislature che hanno sempre meno investito tempo, impegno e risorse in tutti qui campi che oggi dovrebbero essere al top in Italia. Ci rendiamo conto che con la comparsa massiccia del digitale le nostre vite sono cambiate radicalmente. E questi cambiamenti hanno portato ovviamente del bene ma anche del male; come dice un vecchio detto “non è la scoperta il problema ma l’uso che se ne farà” .

Se negli Anni 90 e primi Duemila uno dei fattori più importanti in Italia era evitare la dispersione scolastica, ad oggi i numeri anno dopo anno continuano ad aumentare. E aumentano anche i dati di coloro che rinunciano a laurearsi. Dati provenienti da Eurostat dicono che nel 2021 il 12,7% dei giovani italiani tra i 18 e i 24 anni ha abbandonato precocemente la scuola, fermandosi alla licenza media. Mentre nel 2022 la percentuale è aumentata al 13,1%. È un dato importante, considerata la media europea del 9,7% e il fatto che l’Italia si trova agli ultimi posti della classifica. 

E nel contesto europeo, l’Italia risulta essere uno dei Paesi con il minor tasso di giovani laureati, o di persone che comunque dispongono di un titolo di studio assimilato, di livello terziario. A fronte di una media del 41,2% di giovani europei con un titolo di studio di livello terziario, che comprende percorsi come quello universitario o in istituti tecnici superiori, nel nostro Paese la quota si attesta al 28,3%. Si tratta del secondo dato peggiore dopo quello della Romania con il 23,3%. 

I giovani d’oggi sono sempre più digitali, vero, ma sono sempre meno istruiti. Anche alla vita che li aspetta e che dovranno affrontare nel loro imminente futuro.

Nel lontano 2016 Nicola Gratteri, Magistrato saggista italiano e Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Catanzaro, dichiarò: “Qui il problema è che nel corso di decenni non si voluto investire in istruzione; il potere non vuole un popolo istruito, il potere vuole un popolo ignorante. Il potere vuole un popolo bue… un popolo che ride davanti alle barzellette, davanti alle trasmissioni leggere. Ti fa vedere trasmissioni di persone della  tua età che non sanno la tabellina del cinque, che prima sono passate due o tre volte dal chirurgo plastico, poi vanno in televisione ed escono su quei giornali patinati, quelli che costano un euro, un euro e cinquanta. E quindi dove c’è un’ignoranza abbondante è ovvio che tu segui quel modello.

E quello che manca non è solo istruzione ma anche una guida da seguire. Il classico faro che ti indichi la strada. Negli ultimi anni è la stessa classe politica a dimostrarci che è molto più utile parlare attraverso i social che affrontare i reali problemi del nostro Paese. Ed ecco che la stessa politica si trasforma in un gossip giornaliero prendendo il posto delle notizie davvero frivole, di cui ammettiamolo tutti siamo sempre ben lieti di leggere, per diventare essa stessa notizia frivola. Quando in questi anni si era iniziato a parlare della mancanza di personale in tantissime attività lavorative la colpa non è andata alla mancanza di un reparto addetto alla ricerca di personale, il vecchio ufficio di collocamento per intenderci, ma sull’aiuto deciso dal Governo: il Reddito di Cittadinanza. E anche in quel caso la politica tutta ha fatto gossip. Si è riempita la bocca. 

Quando oggi accediamo ai nostri social sono centinaia i video, i meme e i tweet che leggiamo dai nostri politici che parlano di tutto ma non di come stanno lavorando. È tutto un gioco di chi attacca prima, di chi offende in modo più goliardico. Prendere pezzi di frasi e creare scalpore. Da destra a sinistra passando per il centro. Nessuno ormai ha più nulla di originale da dire e quando lo si fa il nulla cosmico lo ingloba e lo fa sparire.

La scorsa campagna elettorale ne è stata la dimostrazione: da una parte una Giorgia Meloni che andava avanti come un caterpillar e dall’altra una sinistra ormai ombra di se stessa che invece di parlare al popolo del suo impegno giocava sui social con accuse, post e “avete sentito che ha detto” portando così gli elettori a domandarsi “ma questi che fanno? e soprattutto che faranno?“. Regalando così la vittoria alla loro rivale. 

Oggi ci ritroviamo con la destra che per poter attaccare la sinistra gioca le sue carte tutto fumo e niente arrosto. Con l’elezione della prima donna alla segreteria del Partito Democratico i commenti si posano non sulle idee di Elly Schlein ma sul suo aspetto fisico, il suo privato, le sue origini e le sue ricchezze. “In bocca al lupo a Pippo Franco nuovo segretario del PD” si leggeva nei giorni scorsi su tweet di elettori ma anche di politici seduti ad esempio a Palazzo Chigi. 

Le parole del Ministro dell’Istruzione o ancora prima le parole del Ministro della Cultura o quelle utilizzate dalla seconda carica dello stato diventano uno sfottò sui social ma non un argomento reale di discussione. Non abbiamo un vero e proprio obiettivo perché chi dovrebbe mostracelo non lo sa fare. Né da una parte né dall’altra. Il Palazzo del Potere si è spostato dalle sale riunioni, dalle camere ai social. Rincorrono like, follower. Sono più attenti a screditare Rosa Chemical che a parlare di inclusione. Invece di pensare a evitare morti dicono che dovrebbero evitare di partire. Invece di tutelare le donne sui posti di lavoro, le screditano come merce di scambio sessuale. Sono più attenti a conservare i loro privilegi, i loro giardini (o spiagge) invece di preoccuparsi del popolo che ha bisogno e brancola nel buio. Un Potere che prima dice una cosa e poi cambiando casacca se la rimangia senza dare soluzioni. 

E se la storia ci ha insegnato qualcosa, quando il popolo dice di avere fame non si risponde “che mangino brioche“, frase comunque mai detta da Maria Antonietta. Che chi governa in Italia torni a fare il proprio mestiere e lasci ai creator e agli influencer i social.

Condividi
Per informazioni scrivere a: info@tfnews.it