Sono almeno quattro i casi confermati da studi scientifici che anticipano la presenza del Coronavirus SarsCov2 in Italia. Gli studi risalgono ad almeno 3 mesi prima della sua comparsa ufficiale il 21 febbraio a Codogno. Alle scoperte italiane se ne aggiungono altre emerse con studi condotti in Spagna, Francia e Stati Uniti. L’ultimo è quello pubblicato dall’Università di Milano che ha rilevato la presenza del virus in una donna di Milano, già al 10 dicembre 2019,. La paziente presentava sintomi dermatologici importanti.
Ai primi di dicembre scorso, l’Università Statale di Milano pubblica sulla rivista Emerging Infectious Diseases lo studio su un bambino di 4 anni di Milano, che dal 21 novembre del 2019 inzia a stare male, con tosse e rinite. Il tampone eseguito il 5 dicembre, per verificare se fosse morbillo, ad una seconda analisi rivela che si tratta di Covid.Ma di questo caso i media ne sono tenuti fuori e la notizia resta nell’ambito inspiegabilmente segretato della scienza.
Nel mese di novembre 2020, èla volta di un’altra approfondita ricerca dell’Istituto dei Tumori di Milano in collaborazione con l’Universita’ di Siena. I ricercatori, analizzando i campioni di sangue prelevati tra settembre 2019 e marzo 2020 ai partecipanti ad uno screening sul tumore al polmone, scoprono gli anticorpi al SarsCov2 nell’11,6% dei pazienti, di cui il 14% gia’ a settembre in 5 regioni.
Ma non basta. Nel mese di giugno 2020 un altro studio dell’Istituto Superiore di Sanità denuncia tracce del virus SarsCov2 nelle acque di scarico di Milano e Torino. Le analisi delle acque risalgono addirittura al mese di dicembre 2019.
Un altra ipotesi sulla diffusione in Italia, ma anche nel mondo, riguarda il caso dei Giochi Mondiali Militari a Wuhan, proprio nell’epicentro dell’epidemia, nell’ottobre del 2019. In quell’occasione molti atleti accusano al ritorno sintomi riconducibili al Covid-19.
Conferme della presenza del SarsCov2 in Europa
Circa la circolazione del Coronavirus fuori dall’Italia, c’e’ uno studio del Wuhan Center for Disease Control & Prevention di aprile 2020. Lo studio conferma la presenza del virus in tamponi fatti tra il 6 ottobre 2019 e 21 gennaio 2020 in persone con sintomi influenzali.
Ma c’è poi la scoperta a fine aprile 2020 in Francia. Viene scoperto il ‘paziente zero’ che risale in realta’ al 27 dicembre 2019. La Francia e l’Italia, però, non sono gli unici stati in cui si rivela l’esistenza del virus. A fine maggio 2019 alcuni virologi spagnoli annunciano tracce del nuovo Coronavirus in un campione di acque reflue raccolte a Barcellona nel marzo 2019.
Il virus presente anche in altri continenti
Non sono da meno gli USA. A giugno 2020 pubblicano uno studio dell’Harvard Medical School di Boston che – sulla base delle immagini da satellite dei parcheggi di 5 Ospedali di Wuhan e delle ricerche sul browser cinese Baidu – conferma che il nuovo Coronavirus circolas in Cina dall’agosto 2019.
Forse viene da pensare che un quadro pandemico esistesse già nel 2019. Ma, se tutti questi studi fossero stati resi pubblici o se ne fosse data un’opportuna informazione, probabilmente o certamente, si sarebbero potuto evitare l’enorme numero di morti, si sarebbero contati meno contagi e si sarebbe potuta contenere e fronteggiare meglio la grave crisi economica che stiamo vivendo come effetto della pandemia.