Il Covid 19 è partito dagli animali vivi venduti nel mercato di Wuhan, in Cina, alla fine del 2019. È la conclusione a cui sono approdati gli autori degli studi pubblicati in 2 articoli sulla rivista Science. L’analisi coordinata dal professor Michael Worobey, Direttore del Dipartimento di ecologia e biologia dell’università dell’Arizona, ha coinvolto esperti di diverse nazionalità e ha prodotto i testi che escludono di fatto ogni ipotesi alternativa per l’origine della pandemia. Secondo gli autori, il passaggio del virus dagli animali all’uomo si è prodotto in due eventi distinti, nel mercato di Huanan, a Wuhan, alla fine del 2019.
Uno degli studi ha esaminato la localizzazione dei primi casi noti di Covid 19, abbinando le informazioni ai risultati delle anaalisi su tamponi prelevati da superfici e gabbie in varie sezioni del mercato. L’altro studio si è concentrato sulle sequenze genomiche di SARS-CoV-2 dopo l’analisi di campioni forniti da pazienti risultati positivi durante le prime settimane della pandemia in Cina.
Primo studio: individuata la posizione di quasi tutti i 174 casi di Covid
Il primo studio, condotto da Worobey e Kristian Andersen presso lo Scripps Research Institute di San Diego, in California, ha esaminato il modello geografico dei casi di Covid 19 nel primo mese dell’epidemia, dicembre 2019. Gli scienziati sono stati in grado di determinare la posizione di quasi tutti i 174 casi di Covid 19 identificati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità nel mese in questione.
Le analisi hanno mostrato che i casi si sono concentrati attorno al mercato di Huanan. I contagi successivi, invece, hanno avuto un’ampia diffusione nella città di Wuhan, abitata da 11 milioni di persone. In particolare, i ricercatori hanno scoperto che una percentuale sorprendente dei primi pazienti affetti da Covid senza alcun legame diretto con il mercato, nè lavoratori nè clienti, era localizzata comunque nelle aree adiacenti alla struttura commerciale.
“Questo rafforza l’idea che il mercato fosse l’epicentro dell’epidemia“, afferma Worobey, spiegando che venditori e lavoratori sono stati infettati per primi e hanno di fatto dato inizio ad una catena di contagi. “In una città che si estende per più di 5mila chilometri quadrati, l’area con maggiori probabilità di ospitare l’abitazione di qualcuno tra i primi contagiati al mondo era in un perimetro di poche strade, con il mercato di Huanan proprio al suo interno”, spiega Worobey.
Mercato di Huanan: Covid su gabbie e bancarelle di animali selvatici vivi
Gli scienziati hanno anche esaminato campioni prelevati dalle superfici del mercato, come pavimenti e gabbie, dopo la chiusura della struttura. I campioni risultati positivi per SARS-CoV-2 erano associati a bancarelle che vendevano animali selvatici vivi. I ricercatori hanno determinato che i mammiferi ora noti per essere suscettibili al contagio come volpi rosse, tassi e procioni venivano venduti vivi al mercato di Huanan nelle settimane precedenti alla registrazione dei primi casi tra gli uomini.
“Gli eventi a monte rimangono oscuri, ma le nostre analisi delle prove disponibili suggeriscono che la pandemia sia derivata da infezioni umane provenienti da animali in vendita al mercato all’ingrosso di frutti di mare di Huanan alla fine di novembre 2019″, la sintesi di Andersen, co-autore principale di entrambi gli studi.
Secondo studio: pandemia da due infezioni umane provocate da animali del mercato di Huanan
Il secondo studio, un’analisi genetica a partire dai primi casi, è stato co-diretto da Jonathan Pekar e Joel Wertheim dell’Università della California, San Diego, e Marc Suchard dell’Università della California, Los Angeles. Gli studiosi hanno determinato che la pandemia, che inizialmente coinvolgeva due lignaggi lievemente differenti di SARS-CoV-2, probabilmente derivava da almeno due infezioni umane provocate da animali nel mercato di Huanan nel novembre 2019 e forse nel dicembre 2019. L’ipotesi più probabile è che i due lignaggi siano stati trasferiti dagli animali all’uomo in due episodi distinti.
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